ARABIA SAUDITA. Bando per otto boia. Nel terzo paese per pene capitali

di C.Alessandro Mauceri

Arabia sauditaLe autorità saudite hanno bandito un concorso per assumere otto Ciafan, otto nuovi boia. L’annuncio è stato pubblicato su un portale dedicato alle offerte di lavoro nel settore pubblico. L’inserzione è rivolta a “funzionari religiosi” da destinare alla “esecuzione delle pene capitali”, ma anche all’amputazione degli arti per reati minori.
Secondo Amnesty International, l’Arabia Saudita è al terzo posto al mondo per numero di condanne a morte, preceduta solo da Cina e Iran. Dal 1985 ad oggi le condanne a morte eseguite sarebbero oltre 2mila, la maggior parte delle quali tramite decapitazioni pubbliche e successiva esposizione dei capi mozzati “a mo’ di deterrente”.
Diverse le condanne a morte anche di minorenni (almeno tre nel 2013, e almeno uno nel 2014), cosa questa in violazione delle norme internazionali.
L’Arabia Saudita ha espressamente dichiarato di essere contraria alla moratoria delle Nazioni Unite nei confronti della pena capitale.
Le autorità non hanno saputo spiegare la causa di questa escalation delle condanne a morte, ma i diplomatici hanno ipotizzato che la ragione è probabilmente dovuto alla nomina di più giudici autorizzati a prendere in considerazione “questioni in sospeso”.