Arabia Saudita: le donne voteranno. Ma resta ancora molto da fare

di C. Alessandro Mauceri –

arabia saudita donneDalle prossime lezioni, quelle di dicembre 2015, anche in Arabia Saudita le donne potranno candidarsi ed esprimere il proprio voto. Di “concedere” questo diritto anche alle donne si parlava da molti anni: già nel 2011 il re Abdullah aveva detto che avrebbe esteso il diritto di voto alle donne. Ma, fino ad ora, non si era mai giunti a risultati concreti.
Dopo la decisione dei giorni scorsi il miraggio si è trasformato in realtà: le prime due donne a iscriversi per votare sono state Jamal al-Saadi e Safinaz Abu al-Shamat (registrate alla Mecca e a Medina, dove la procedura è stata avviata con una settimana di anticipo rispetto al resto del paese). “Permetterà a noi donne di poter finalmente dire la nostra all’interno del processo decisionale”, “Poter votare è come un sogno per noi,” ha detto Jamal al-Saadi al quotidiano Saudi Gazette.
L’Arabia Saudita è una monarchia assoluta di stampo islamico, uno dei sistemi di governo più arretrati per quanto riguarda i diritti delle donne. Dagli anni trenta la religione ufficiale è strettamente legata all’interpretazione Salafi dell’islamismo. Alcuni funzionari hanno descritto la decisione del sovrano un “passo decisivo verso una società fondata sulla partecipazione”. Per contro, sono molte organizzazioni per i diritti umani che continuano a sostenere che si è ben lontani dal poter parlare di parità di genere in questo paese. Secondo Amnesty International, si tratta di un gesto “atteso oramai da tempo” e, per di più, insufficiente vista la mancanza di tutela per moltissimi altri diritti delle donne saudite. In Arabia Saudita le donne non possono viaggiare, lavorare, guidare un’automobile o aprire un conto in banca senza il permesso di uomo. Sono molte le limitazioni imposte anche in mancanza di leggi scritte.
Ma non basta. La nuova norma incontrerà serie difficoltà per essere attuata: prima fra tutte il fatto che molte donne, in Arabia Saudita, non dispongono di documenti d’identità validi. Per ottenere questi documenti, devono avere il permesso di un uomo. E, senza documenti, non possono votare.
Che la nuova norma non cambierà facilmente lo stato di cose in questo paese lo dimostra il fatto che, contestualmente all’entrata in vigore della norma che prevede la concessione di questi diritti alle donne, il ministero degli Affari Sociali ha sospeso alcuni corsi di formazione per le elezioni organizzati dalla Baladi Initiative e destinati proprio alle donne. La motivazione ufficiale sarebbe la mancanza di alcune licenze ma, secondo quanto riportato da Human Rights Watch, si tratta di un espediente per ostacolare la partecipazione delle donne alla vita politica. Ciò nonostante, come ha riportato il sito Arab News, alle prossime elezioni municipali, previste per il 12 dicembre 2015, una settantina le donne si presenteranno come candidate.