Argentina. Il presidente Fernandez cerca finanziamenti esteri, ma rischia la crisi politica

di Paolo Menchi

Il presidente argentino Alberto Fernández nei giorni scorsi pensava di aver ottenuto un grosso successo raggiungendo un accordo con il FMI per rifinanziare il debito di 44 miliardi di dollari, ma ha trovato subito una forte opposizione all’interno della coalizione governativa, tanto che il capogruppo alla Camera del partito di governo, Maximo Kirchner, figlio della vicepresidente Cristina Fernández, si è dimesso considerando l’accordo troppo blando.
Secondo Kirchner, appoggiato anche dal suo partito confluito nell’alleanza peronista Frente de todos, il prestito ottenuto dal precedente presidente Mauricio Macrì doveva essere annullato e da dichiarare illegittimo, in quanto ottenuto con il solo obiettivo di vincere le elezioni.
L’accordo prevede che entro il 2025 l’Argentina azzeri il debito fiscale, due anni prima di quanto avesse chiesto, con una conseguente forte riduzione della spesa pubblica e probabili riflessi negativi sulla crescita economica.
Il problema è che ora in parlamento ci sono almeno 24 deputati kirchneristi in grado di far saltare l’accordo con il FMI, che potrebbe essere però essere ratificato grazie ai voti di alcuni esponenti dell’opposizione legati al vecchio presidente Macrì, il che fa capire quanto sia instabilel’alleanza di governo in Argentina.
Sempre per cercare di risollevare le sorti della debole economia del suo Paese, Fernández ha appena iniziato un importante viaggio politico che lo sta portando e a Pechino.
I rapporti con la Russia negli ultimi tempi si sono sempre di più rafforzati, persino quando scarseggiavano i vaccini l’Argentina è stato tra i primi paesi ad approvare lo Sputnik V, cosa molto gradita a Mosca.
La visita serve per cercare nuovi accordi commerciali e finanziari, oltre che a rafforzare i precedenti, e proseguirà con la partecipazione all’inaugurazione delle olimpiadi invernali in Cina, ma certamente Fernández sarà molto meno interessato allo sci piuttosto che all’incontro già fissato con Xi Jimping al termine della cerimonia.
Sono previsti impegni da parte della Cina in forti investimenti nel settore delle infrastrutture, particolarmente importante è la costruzione di una centrale nucleare in Patagonia, e dovrebbe essere negoziato anche un importante prestito per rafforzare le riserve valutarie della banca centrale.