Argentina. Milei duro, non rinnova 7mila contratti a lavoratori del pubblico impiego

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Il presidente argentino Javier Milei passa la motosega sulle agenzie statali che, a suo dire, generano perdite per un punto di Pil, anche perché “lo Stato non ha motivo di partecipare all’economia”. E così ha annunciato forti tagli nel settore pubblico, con il licenziamento dei lavoratori assunti nel 2023, a meno che non si tratti di categorie protette o figure indispensabili. Si tratta in realtà del mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato, e sono fra le 5 e le 7mila unità a rischiare di rimanere a casa, ma il governo sta studiando un piano per valutare anche le assunzioni antecedenti all’anno in corso: “ci sono troppi stipendi scandalosi da pagare – ha detto Milei nel corso di una trasmissione televisiva, considerando che “con i soldi pubblici dobbiamo, ad esempio, pagare la televisione e grossi stipendi, quando ci sono bambini che muoiono di fame”.
Lo scopo del presidente argentino è quello di provocare, come lui stesso ha spiegato, uno shock economico per attrarre investimenti privati. A farne le spese è lo stato sociale, con riforme previste nel quadro del Decreto di Necessità e Urgenza che prevedono tra le varie cose il riesame di oltre un milione di piani sociali alla ricerca di percezioni indebite.
Intanto nel paese si susseguono gli scioperi contro il Decreto di Necessità e Urgenza, in vista di quello generale previsto per il 24 gennaio.