Argentina. Nessuna adesione ai BRICS+

di Alberto Galvi

Il ministro argentino che sarà nominata agli Esteri, Diana Mondino, ha annunciato che l’Argentina non aderirà ai BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Il blocco è stato creato nel 2006 con il nome BRIC e ha tenuto il primo vertice nella città russa di Ekaterinburg nel 2009. L’anno successivo, il Sudafrica si è unito al gruppo, aggiungendo la “S” alla parola BRIC. Nell’ultimo incontro ufficiale è stata accettata l’inclusione dell’Iran e di una serie di altre nazioni, diventando BRICS+.
Durante la campagna elettorale, il presidente eletto Milei è stato un duro critico del sistema politico cinese. Diana Mondino segna un’inversione di rotta rispetto ad una decisione chiave presa dal governo uscente che era stata vista come un’operazione che avrebbe portato Buenos Aires sempre più vicino all’orbita della Cina.
Il suo avversario, Sergio Massa, ha accolto a braccia aperte la crescente presenza della Cina nel paese. I BRICS+ sono sempre più visti come un gruppo geopolitico guidato da Pechino che cerca di espandere la propria influenza e rimodellare l’ordine internazionale.
Il governo argentino uscente, guidato dal presidente Alberto Fernandez, il cui mandato scade tra poco più di una settimana, è pro-Pechino. Milei, che ha ottenuto una vittoria schiacciante contro Massa, ha ripetutamente affermato che il suo governo prenderà le distanze da tali regimi, nonostante una lettera personale consegnata a mano la scorsa settimana dal leader comunista cinese Xi Jinping. L’Argentina vuole la firma dell’accordo di libero scambio del Mercosur con l’Unione Europea.