Australia Occidentale. Annullate le recenti leggi introdotte per proteggere il patrimonio culturale aborigeno

di Alberto Galvi

A causa dell’opposizione diffusa da parte di agricoltori e piccoli proprietari terrieri, l’Australia occidentale annullerà le leggi recentemente introdotte volte a proteggere i siti del patrimonio culturale aborigeno. Lo hanno annunciato il premier Roger Cook e il ministro per gli Affari aborigeni Tony Buti, dopo giorni di speculazioni e mesi di intense pressioni da parte delle industrie agricole, minerarie e pastorali dello Stato.
L’Aboriginal Cultural Heritage Act è entrato in vigore il 1 luglio ed è stato progettato per impedire il ripetersi di distruzioni come nel caso del rifugio roccioso Juukan Gorge, che è stato demolito dalla società mineraria anglo-australiana Rio Tinto durante l’ampliamento di una miniera di ferro.
La distruzione del rifugio roccioso di Juukan Gorge ha causato profonda preoccupazione tra i gruppi indigeni australiani e ha portato a una protesta ampia, che alla fine è costata il lavoro all’amministratore delegato, al presidente e ai dirigenti senior di Rio. L’incidente ha anche scatenato un’inchiesta nazionale. I leader indigeni chiedono riforme sostanziali e una tavola rotonda urgente con il governo dell’Australia Occidentale per garantire che nuove riforme proteggano adeguatamente il loro patrimonio culturale.
L’antico rifugio roccioso era uno dei primi luoghi conosciuti abitati dagli indigeni australiani e conteneva alcuni dei manufatti più antichi. Il premier dell’Australia Occidentale, Roger Cook, ha dichiarato che la legge si è rivelata troppo complessa e divisiva da quando è entrata in vigore, e che il governo dello Stato l’avrebbe eliminata, ripristinando e modificando una legge del 1972 per garantire la protezione di siti importanti.
I parlamentari australiani hanno ripetutamente chiesto al governo laburista di escludere tali leggi a livello federale nonostante il governo non avesse intenzione di farlo, mentre gli oppositori in Parlamento hanno cercato di collegare un referendum alle leggi sul patrimonio, nonostante non vi fosse alcuna formale connessione tra i due.