Australia. Votazione anticipata per il referendum sul Voice to Parliament

di Alberto Galvi

In alcune parti dell’Australia è iniziata la votazione anticipata del referendum sulla creazione di un organismo indigeno in grado di consigliare il Parlamento su questioni che riguardano gli aborigeni e gli isolani dello Stretto di Torres. L’Australia non ha alcun trattato con i popoli indigeni, che costituiscono circa il 3,2 per cento dei 26 milioni di abitanti.
Il referendum vero e proprio è previsto per il 14 ottobre e il voto è obbligatorio. La proposta chiede agli australiani se la costituzione del paese debba essere modificata per istituire un organo consultivo indigeno chiamato “Voice to Parliament”. La campagna del “sì” ha notevoli probabilità di successo. Per la modifica della costituzione è richiesta la cosiddetta doppia maggioranza: il sostegno della maggior parte degli australiani a livello nazionale più la maggioranza degli elettori nel maggior numero di Stati.
Fin dall’entrata in vigore della Costituzione nel 1901 gli indigeni australiani sono stati ignorati, per cui rimangono il gruppo più svantaggiato del paese. Dei 44 referendum tenutisi, solo otto si sono svolti, l’ultimo nel 1977. Cinque referendum sono falliti perché, pur essendo stati sostenuti dalla maggior parte degli australiani, non sono riusciti a ottenere la maggioranza in almeno quattro dei sei Stati.
Dallo scorso 2 ottobre hanno potuto votare gli aventi diritto nel Territorio del Nord; in Tasmania, Victoria e nell’Australia occidentale da lunedì, mentre potranno farlo dal 3 ottobre gli elettori nel Nuovo Galles del Sud, Queensland, Australia meridionale e Territorio della capitale australiana. In seguito migliaia di seggi elettorali apriranno in tutto il paese il 14 ottobre, dalle 8.00 alle 18.00.
Alcuni elettori considerano il dibattito referendario una distrazione dalle loro due maggiori preoccupazioni: il costo della vita e il prezzo delle case.
La proposta, sostenuta dal governo laburista Albanese, fatica a ottenere il sostegno della maggioranza, con recenti sondaggi d’opinione che mostrano che gli elettori la respingeranno. Il premier Albanese si è detto ottimista sul fatto che possa passare, nonostante gli scarsi risultati dei sondaggi.