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Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha vinto nuovamente le elezioni e si avvia così al quinto mandato, dopo 21 anni di guida del paese: la commissione elettorale gli attribuisce l’83,49% delle preferenze, cosa che ha permesso a Lukashenko, additato come l’ultimo autocrate d’Europa, di sbaragliare i tre concorrenti, ovvero gli sconosciuti Sergei Gaidukevich e Nikolai Ulakhovich, e Tatiana Korotkevich, a capo della composita opposizione.
Ieri, alla luce dell’intenzione dell’Unione Europea di revocare le sanzioni alla Bielorussia, la neo-premio Nobel per la letteratura Svetlana Alexievitch ha affermato che Lukashenko è “inaffidabile”, ma che “Ogni quattro anni nuovi leader europei arrivano al potere e credono di poter risolvere il problema Lukashenko, senza sapere che è un uomo di cui non ci si può fidare”.
Poco prima della tornata elettorale si sono tenute a Minsk manifestazioni per chiedere elezioni libere: in circa 2mila hanno sventolato la bandiera bianca e rossa utilizzata dalla Bielorussa nel periodo che andava dal distacco dall’Unione Sovietica alla salita al potere di Lukashenko, nel 1991.
Le sanzioni sono state introdotte nel 2010 a seguito della dura repressione di una manifestazione contro l’esito del voto che aveva visto ancora una volta la vittoria del presidente bielorusso: poco dopo erano stati arrestati dai servizi segreti i cinque avversari di lukashenko alle elezioni.
