Bolivia. L’ex presidente Morales ha detto che bisogna fermare i neoliberisti in tutta la regione

di Alberto Galvi –

L’ex presidente boliviano Morales ha affermato oggi a Buenos Aires che questo è il momento di fermare i neoliberisti in tutta la regione. Morales si è dimesso nel 2019 dopo aver perso il sostegno della polizia e dell’esercito tra scioperi e proteste in risposta alla sua contestata elezione per un quarto mandato. Quest’anno gli incendi appiccati in Bolivia hanno distrutto 3,3 milioni di ettari di foreste, soprattutto nei parchi nazionali, costringendo il governo a chiedere aiuto ai vigili del fuoco di Francia e Cile.
La Bolivia paga per il petrolio che importa per il consumo interno 80 dollari al barile, ma lo vende a 27 dollari all’interno del paese, con una differenza che deve essere coperta dai sussidi. Le esportazioni di gas hanno totalizzato una media annua di 5,3 miliardi di dollari, mentre le importazioni hanno avuto una media annua di 990 milioni di dollari. Un bilancio energetico medio annuo positivo di 4.365 milioni. 
Quest’anno le esportazioni di gas raggiungeranno i 2.112 milioni di dollari e le importazioni raggiungeranno i 2.530 milioni, con un deficit di 418 milioni che comporta sovvenzioni per circa 1.468 milioni. Ciò conferma che esiste una bomba a orologeria che minaccia il governo di Luis Arce, perché l’aumento del prezzo della benzina di solito fa cadere i governi della Bolivia.
L’iniziativa di sottoporre Arce a un referendum revocatorio è stata respinta da Morales, che la ritiene inopportuna. L’ex presidente Morales vuole che Arce venga divorato dalla crisi economica che entrambi hanno seminato, uno come presidente e l’altro come ministro dell’Economia. La crisi economica si aggiunge ad altri disordini che colpiscono la Bolivia, oltre alle guerre per la terra e agli incendi.