Bolivia. Morales smorza i torni e vuole le primarie

di Paolo Menchi

Ormai da oltre due anni, all’interno del partito di governo MAS (Movimiento al Socialismo), si sta combattendo una dura lotta, anche con colpi bassi, tra l’attuale presidente Luis Arce e l’ex capo di stato Evo Morales a causa dell’insistenza di quest’ultimo che vorrebbe ricandidarsi alle elezioni del 2025, a dispetto della sua inabilitazione decretata dal Tribunal Constitucional alla fine del 2023, il quale ha affermato che “la rielezione presidenziale indefinita non esiste e non può essere nemmeno considerata un diritto umano “ma interpretata da Morales come un discorso generale che non riguarda la sua persona”.
Morales era stato eletto nelle file del MAS per la prima volta nel 2005, poi rieletto a fine 2009; grazie ad una riforma costituzionale da lui voluta e confermata da un referendum volto a permettere una ulteriore candidatura fino ad allora vietata dalla costituzione, nel 2014 ottenne il terzo mandato.
Nel febbraio 2016 aveva giocato la stessa carta per potersi ricandidare una quarta volta, aveva perso il referendum ma, con una discutibile decisione, il Tribunale supremo elettorale aveva ribaltato il risultato, stabilendo che era un “diritto umano” di Morales ricandidarsi.
Morales era stato rieletto quindi il 20 ottobre 2019, ma le accuse di brogli elettorali e le forti proteste di piazza lo avevano costretto a scappare prima in Messico e poi in Argentina, accusando le opposizioni di golpe.
Nel frattempo si era insediato un governo provvisorio guidato da Jeanine Áñez, che era rimasto in carica fino alle elezioni dell’autunno del 2020, quando a sorpresa era stato eletto presidente Luis Arce del MAS ed ex ministro del governo Morales.
Proprio a seguito di questo risultato Evo Morales era potuto tornare in Bolivia, ma ben presto i suoi tentativi di imporre al presidente le sue idee avevano portato ad un forte scontro tra i due uomini e all’interno del Mas, ormai diviso in due fronti opposti.
Negli ultimi giorni Morales, dopo aver parlato di rischio rivoluzione in Bolivia, sembra abbia abbassato i toni, ed ha parlato di elezioni primarie impegnandosi ad appoggiare la campagna elettorale di Arce nel caso in cui l’attuale presidente prevalesse, ma precisando che Arce dovrebbe fare lo stesso a favore di Morales nel caso in cui lui fosse il prescelto a rappresentare il MAS.
Tuttavia Arce non ci è stato e ha dichiarato di non permettere che interessi personali vadano a ledere gli interessi nazionali, come già sentenziato dall’organo costituzionale.
Il partito è spaccato, con i seguaci di Morales che in un congresso di qualche mese fa lo hanno eletto candidato unico del partito, e gli “arcisti”, che si riuniranno a maggio per appoggiare il loro candidato.
Persino le celebrazioni del 29mo anniversario della costituzione del Mas sono state indicative delle divisioni interne al partito, con l’attuale presidente che ha capeggiato una manifestazione a La Paz mentre il suo avversario faceva lo stesso a Yapacaní, nello stato di Santa Cruz.