Gb. Fino a 8 milioni di posti di lavoro minacciati dall’intelligenza artificiale

A rischio donne e giovani.

di Mariarita Cupersito

Una ricerca pubblicata dal quotidiano britannico The Guardian sostiene che con l’Intelligenza Artificiale saranno a rischio in Gran Bretagna circa 8 milioni di posti di lavoro, con particolare riferimento agli impieghi svolti da donne e giovani.
Secondo il rapporto a cura dell’Institute for Public Policy Research (IPPR), che ipotizza lo scenario peggiore, nei prossimi cinque anni i lavori più a rischio saranno quelli amministrativi, i part time e le occupazioni di primo ingresso.
L’Istituto evidenzia che il Regno Unito, già messo a dura prova con l’uscita dall’Ue a seguito del referendum sulla Brexit del 2021, è attualmente alle prese con un periodo di mutamenti lavorativi in quanto un elevato numero di aziende sta adottando tecnologie di intelligenza artificiale generativa al fine di automatizzare le quotidiane attività sul posto di lavoro.
Tali processi di automazione sono già in corso, e la prima ondata di adozione di AI avrebbe già messo a rischio numerosi posti di lavoro; in un simile contesto, prosegue il rapporto, una seconda ondata potrebbe portare a un’ulteriore e più incisiva automazione di mansioni in un’ottica di rapido progresso tecnologico.
Oggetto di analisi degli esperti sono state circa 22mila attività economiche che includono ogni tipologia di lavoro; dalla ricerca emerge che circa l’11% delle attività sarebbe minacciato dalle nuove tecnologie, ma è una percentuale che potrebbe salire fino al 59%.
Se la prima ondata ha infatti messo a rischio le attività cognitive ordinarie, la seconda ondata potrebbe coinvolgere anche attività inerenti la progettazione grafica, il copywriting, la gestione di database, con importanti ripercussioni su posti di lavoro maggiormente remunerativi.
L’Istituto sottolinea poi che le donne potrebbero essere tra le categorie di lavoratori più colpite in quanto “hanno maggiori probabilità di lavorare nelle occupazioni più esposte, come le attività di segreteria e amministrative”, come riportato da RaiNews.it.
I ricercatori concludono però che l’azione del governo potrebbe essere decisiva nel prevenire tale scenario, orientando l’utilizzo dell’AI al fine di favorire la crescita economica e migliorare gli standard di vita.
La necessità di un utilizzo normato dei programmi di AI è infatti già da tempo al centro di dibattiti in tutto il mondo e ha portato all’approvazione da parte del Parlamento europeo, nelle scorse settimane, dell’AI Act allo scopo di garantire il rispetto dei diritti fondamentali nell’ambito delle innovazioni tecnologiche.