Brexit. Farage e Johnson per un nuovo referendum. Tusk, ‘i nostri cuori sono aperti’

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Non è la prima volta che gira la parola “ripensamento” in tema di Brexit. Solo pochi giorni fa l’idea di un referendum bis è arrivata addirittura dal padre della Brexit, Nigel Farage, per il quale, forte della convinzione secondi cui il sentimento del “Leave” andrebbe ancora per la maggioranza, sarebbe necessaria comunque una seconda consultazione referendaria per confermare il risultato del 23 giugno 2016 (52% Leave conto 48% Remain). L’idea di un secondo referendum non dispiace al vulcanico ministro degli Esteri Boris Johnson, il quale ha affermato che “sarebbe una buona idea”, ma la premier Theresa May, che aveva votato per il “Remain”, ha già messo le mani avanti e ha escluso ipotesi facendo notar che “Sarebbe un tradimento nei confronti degli elettori”.
Il venticello sottile della possibilità di ribaltare le cose (l‘articolo 50 dello Statuto di Lisbona non si pronuncia sulla situazione) è stato intercettato dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il quale oggi in plenaria a Strasburgo ha dichiarato che “A meno che non ci sia un cambiamento di cuore tra i nostri amici britannici, la Brexit diventerà una realtà con tutte le sue conseguenze negative a marzo del prossimo anno. Noi, qui nel continente, non abbiamo cambiato idea. I nostri cuori sono ancora aperti per voi”. Una disponibilità ribadita dal capo della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, per il quale ”Il presidente Tusk ha detto che le nostre porte restano aperte, spero che queste cose siano intese chiaramente a Londra”.