Venezuela. Ucciso Oscar Perez: aveva lanciato granate dall’elicottero sulla Corte suprema

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Oscar Perez, l’agente della Brigata di azioni speciali (Bae) che il 28 giugno dello corso anno aveva pilotato un elicottero dal quale erano partiti numerosi colpi e quattro granate prima sul ministero dell’Interno e poi sulla Corte suprema, è stato ucciso ieri dai militari venezuelani nel rifugio situato in un sobborgo di Caracas dove si trovava con i suoi.
36anni, Perez era stato ribattezzato “Rambo” e per molti venezuelani incarnava la protesta contro Maduro: il gesto di giugno era la protesta verso quello che sarebbe capitato in agosto, ovvero l’esautorazione del parlamento del Venezuela, dove fin dalle elezioni del 2015 il presidente Nicolas Maduro non godeva più della maggioranza. In agosto infatti si è insediata l’Assemblea costituente, di fatto composta quasi completamente da sostenitori di Maduro e presieduta dalla fedelissima ex ministra degli Esteri Delcy Rodriguez.
In un video postato sui social Perez si era scagliato contro il governo di Nicolas Maduro e aveva chiesto ai venezuelani di continuare a manifestare in piazza.
Oggi nel paese la situazione permane drammatica tanto che, come avevano previsto gli analisti, l’anno si è aperto con un’inflazione al 1.500 per cento, nel paese c’è ormai penuria di generi alimentari e di medicinali, il mercato nero ha prezzi inaccessibili e capita spesso che i negozi di generi alimentari e i mezzi che li riforniscano vengano presi d’assalto. La corrente elettrica è razionata da mesi, gli uffici pubblici funzionano a singhiozzo, le scuole sono aperte solo alcuni giorni alla settimana.
Con Maduro c’è l’esercito e il suo peso politico, che il 17 aprile 2017 ha fatto avere al presidente il proprio sostegno “incondizionato”.