Brexit: tentativi di prendere tempo. E la scozzese Sturgeon vorrebbe porre il veto

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cameron davidSe il capo della Commissione Jean-Claude Juncker spinge perché si faccia presto con il completamento della Brexit, in modo da stabilizzare i mercati e soprattutto scongiurare un effetto domino, il premier britannico David Cameron sta cercando in tutti i modi di rallentare e di prendere tempo, se non altro per riflettere sul da farsi. Anche perché in pochi fra i conservatori sono disposti a sostenere come suo possibile successore, dopo le dimissioni di ottobre, il responsabile della Brexit Boris Johnson.
Tecnicamente Cameron deve procurare a Bruxelles la richiesta scritta di recessione dall’Unione europea ed avviare le procedure previste dall’articolo 50 dello statuto, ed è proprio lì che sta cercando di non prendere in mano la penna.
Lo spirito di prudenza e il desiderio di tergiversare (quasi non si sia reso conto del disastro causato) è condiviso dallo stesso Johnson, che giusto due giorni ha da detto che “Ci districheremo dall’Ue senza fretta, non volteremo le spalle all’Europa. Restiamo europei”.
Ben diverso il capo della Commissione Jean-Claude Juncker, per il quale “Non capisco perché il governo britannico abbia bisogno di aspettare sino ad ottobre per decidere se inviare o no la lettera di divorzio a Bruxelles, vorrei riceverla subito”.
Tuttavia problemi potrebbero arrivare anche dalla Scozia, dove il Remain ha vinto con il 68% dei voti e dove la cui premier Nicola Sturgeon ha annunciato l’intenzione di indurre un nuovo referendum per la secessione al fine di restare in Unione Europea: Sturgeon ha comunicato che “Chiederò ai parlamentari di negare il consenso legislativo”, ovvero che vi sia il veto della Scozia alla Brexit.
Confusione, fumo, tentativi di prendere tempo. Ma, come ha correttamente osservato il premier italiano Matteo Renzi, “la partita è finita, la Gran Bretagna ha votato e abbiamo grande rispetto per la loro decisione, ma ora voltiamo pagina e occupiamoci del rilancio della Ue”.