Cameron, ‘se Brexit a rischio la spesa sociale’. Tusk, ‘sette anni per sciogliere i contratti’

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BrexitL’eventualità Brexit continua a fare tremare, e non solo i mercati: dato il fronte del sì in parità con quello del no e comunque in forte recupero, la campagna si fa sempre più accesa, con le parti che prospettano scenari apocalittici in caso di vittoria del fronte opposto.
Per il premier David Cameron salterà la spesa sociale, cioè sanità e pensioni, per via di un “buco nero nelle nostre finanze tra i 20 e i 40 miliardi di sterline” e di “un decennio di incertezze”.
Di parere opposto per il fronte del “sì” Boris Jonhson, Michael Gove e il leader dell’Ukip Nigel Farage, per i quali i problemi vi saranno proprio se si rimarrà in Europa, soprattutto a causa dell’immigrazione di cittadini Ue.
Oggi l’ex premier Gordon Brown si è schierato ufficialmente per il no, ed ha invitato gli elettori laburisti a votare per tenere il Regno Unito dentro l’Ue. ”Da oggi sino alle 10 di sera del 23 giugno non mi fermerò un momento e non smetterò un attimo di spiegare perché nove milioni di elettori laburisti hanno solo da guadagnare dalla permanenza nell’Ue”, ha dichiarato.
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha affermato sulla tedesca Bild che in caso di Brexit ci vorranno due anni per sciogliere i contratti in corso tra l’Ue e la Gb, ma poi toccherebbe a “ognuno dei 27 stati membri e al Parlamento europeo di approvare il risultato finale. Questo richiederebbe almeno cinque anni e io credo che sarebbe senza garanzia di successo a ogni tornata”.