Chicago: vertice Nato per l’’Exit strategy’ dall’Afghanistan. E per vedere sul tavolo i dollari di tutti

di Enrico Oliari –

Continuano gli incontri del G8, mentre a Chicago sono in corso le manifestazioni di protesta di dei gruppi provenienti da diverse parte degli Stati Uniti e del mondo, fra i quali gli ‘Occupy Wall Street’: per il vertice Nato, che si terrà sempre nella capitale dell’Illinois, sono arrivati circa 50 capi di stato e di governo, che si uniscono a quelli del G8 per discutere di crisi globale e di economia, ma anche della difficile situazione del ‘pantano Afghanistan’.
La parola che ricorre, quasi fosse un edulcorante, è ‘Exit strategy’, ma il concetto da digerire è quello di una guerra che non è servita a nulla e che non ha portato a nulla.
La Francia di Hollande si è presentata al vertice con l’idea chiara di un disimpegno netto entro la fine dell’anno, cioè con due anni di anticipo sulla tabella di marcia disegnata da Obama, cosa che vedrebbe un’accelerazione dello scioglimento dell’International Security Assistance Force (Isaf) e il graduale potenziamento delle Forze afghane di sicurezza che prenderanno il posto del contingente Nato.
Ovvia la preoccupazione del presidente afgano Hamid Karzai, il quale parteciperà al vertice se non altro per conoscere le intenzioni di chi realmente comanda nel suo paese, tutt’altro che pacificato e reso impermeabile alla minaccia talebana. A questo si aggiunge il fatto che la struttura economica dell’Afghanistan non è in grado al momento di sostenere i 350mila effettivi delle Forze nazionali che la Nato sta addestrando, spesa che richiederebbe un impegno di oltre 4 miliardi di dollari.
Gli Usa, che hanno già raccomandato agli altri paesi (Italia compresa) di mettere sul tavolo la loro parte, si sono detti disposti a versare 1,3 miliardi di dollari l’anno, il che rappresenta una batosta per le economie occidentali in crisi, le quali si trovano a dover pagare in soldoni un capriccio tutto americano. E’ palese, infatti, che la guerra di Afghanistan non è servita assolutamente a nulla e che il futuro del paese asiatico è tutt’altro che stabile e che per il risultato a cui si è arrivati, cioè la più o meno utile morte di Bin Laden, sarebbe stato sufficiente un assai più economico lavoro di intelligence.
Un altro argomento che verrà affrontato al vertice Nato di Chicago sarà il progetto di cooperazione per la costruzione dello scudo missilistico, nella speranza di riuscire a superare le diffidenze di Mosca. Putin, va detto, è assente ufficialmente per problemi ‘interni’, ma la sedia vuota fa pensare che i tempi per lo scudo siano tutt’altro che maturi.