Cipro. Gutierres a Ginevra prova “l’ultima chance” per la riunificazione

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Hanno preso il via a Ginevra i colloqui per la riunificazione di Cipro, sotto una forma federale, riunione voluta dal nuovo segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres a cui hanno preso parte presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, la Pesc Federica Mogherini e i nonché i ministri degli Esteri di Grecia, Nikos Kotzias, Turchia, Mevlut Cavusoglu e Gran Bretagna, Boris Johnson, nazioni “garanti” della sicurezza dell’Isola.
Si tratta di un nuovo tentativo di risolvere la “Questione di Cipro”, seguita alla guerra del 1963 e che de facto vede l’isola divisa con un muro, con a sud la Repubblica di Cipro, a maggioranza greco-cipriota, riconosciuta dalla comunità internazionale, e a nord la Repubblica Turca di Cipro del Nord, a maggioranza turco-cipriota, riconosciuta solo dalla Turchia.
Le speranze che si possa arrivare in questa tornata a qualcosa di fatto sono minime, per quanto Juncker abbia parlato di “ultima chance” e il presidente greco-cipriota Nicos Anastasiades e il leader turco-cipriota Mustafa Akinci si siano incontrati per studiare mappe e formulare proposte.
Oggi la parte turco-cipriota occupa il 37% dell’isola; entrando a far parte di un ipotetico Stato federale unico la minoranza avrebbe il 28,2 per cento del territorio, mentre la Turchia l’1%, ma, pur giudicando il quadro positivo, il portavoce del governo greco-cipriota, Nikos Christodoulides, ha osservato che “ci sono aree ed aspetti che non ci soddisfano, in altre parole, il risultato finale non è soddisfacente”.
Per il ministro degli Esteri turco Cavusoglu serve “una soluzione completa che garantisca l’uguaglianza, i diritti legittimi e la sicurezza della parte turco-cipriota”. Tuttavia, “Date le circostanze nella nostra regione, è necessario mantenere le regole di garanzia e di sicurezza che sono i fondamenti della sicurezza e della stabilità sull’isola da 43 anni”.
I greco-ciprioti sono circa 800mila, mentre i turco-ciprioti sono circa 220mila. La Turchia mantiene nella parte settentrionale dell’isola un contingente di 30mila militari.