Colombia. Firmato con l’ELN un accordo di cessate-il-fuoco

di Alberto Galvi

Dopo mesi di negoziati il governo colombiano e l’ELN (Esercito di liberazione nazionale) hanno firmato un accordo di cessate-il-fuoco segnando un’importante pietra miliare nella campagna del presidente Gustavo Petro per la “pace totale”. L’annuncio dello scorso 9 giugno è il culmine di un terzo round di colloqui, tenutosi nella capitale cubana dell’Avana. Il cessate-il-fuoco bilaterale entrerà in vigore il 3 agosto e durerà sei mesi, nel frattempo entrambe le parti cercheranno di costruire un rapporto di fiducia.
L’accordo era inizialmente previsto per l’8 giugno, ma le delegazioni coinvolte hanno chiesto altre 24 ore per appianare alcuni dettagli.
Per consentire al comandante dell’ELN García di partecipare alla cerimonia, il governo colombiano ha dovuto ritirare un mandato di cattura che aveva precedentemente emesso nei suoi confronti. García da parte sua è stato possibilista verso il cessate-il-fuoco. Le autorità colombiane hanno accusato l’ELN di coinvolgimento nel traffico di droga, ma i vertici del gruppo hanno negato.
Il conflitto civile della Colombia vede impegnate da decenni le forze governative contro gruppi paramilitari, ribelli di sinistra e reti criminali che si contendono il controllo dei territori. Il governo colombiano ha firmato nel 2016 un accordo di pace con il più grande gruppo delle FARC-EP, fatto che ha posto fine a mezzo secolo di conflitto in cui sono state uccise circa 260mila persone. Ma la violenza ha continuato a colpire le zone rurali del paese in cui l’ELN è stato attivo, insieme ai gruppi di resistenza delle FARC-EP e alle bande di narcotrafficanti.
Petro ha promesso di perseguire la “pace totale”, cercando il cessate-il-fuoco con i gruppi armati che continuano a operare in Colombia. Il presidente ha cercato di prendere le distanze dalle tattiche più aggressive dei suoi predecessori, invitando questi gruppi al tavolo delle trattative, ma tale approccio è stato criticato come troppo morbido da alcuni membri dell’opposizione politica.