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Al fine di proseguire i negoziati di pace fra Bogotà e le Farc, in corso da quasi due anni a l’Avana, il governo ha posto alla Corte costituzionale il quesito se i membri dei gruppi rivoluzionari armati potessero o meno prendere parte alla vita politica del paese, anche presentandosi con partiti alle elezioni politiche.
La Corte costituzionale ha oggi risposto con sei voti favorevoli e tre contrari in modo affermativo in base all’articolo 3 della Carta costituzionale, pur tenendo fermo il principio secondo cui tale possibilità viene preclusa a chi si sia macchiato di crimini contro l’umanità o di genocidio sistematico.
La decisione della Corte ha stabilito così in modo definitivo il limite entro il quale i membri delle Farc e degli altri gruppi possano o meno prendere parte alla vita politica del paese.
