Corea del Sud. Nuovo piano energetico nazionale

di Giancarlo Pappagallo

corea del sud nucleareLa Corea del Sud ha ridefinito il piano energetico nazionale con un ribasso della quota di energia nucleare. Il precedente piano, elaborato dal Governo nel 2008, prevedeva per l’atomo una quota del 41% sull’intero fabbisogno energetico del paese, con un obiettivo temporale al 2035. Stando ai nuovi dati rilasciati nei giorni scorsi dal Ministero dell’Energia, il target è destinato a scendere, sempre nel 2035, al 29%. Ma questo dato non deve ingannare. A determinare l’apparente ridimensionamento è la domanda crescente di energia: a parità di produzione, con una domanda maggiore, la quota non può che declinare.
Il Governo, dunque, non “ripensa” il nucleare, al contrario. In Corea del Sud operano attualmente 23 impianti nucleari a cui si aggiungeranno altri 11, di cui 5 già in fase di costruzione. Ma questo incremento non basta. Alcuni dei vecchi reattori andranno chiusi nei prossimi anni, anche a causa degli scandali che hanno coinvolto negli ultimi due anni (corruzione e falsi certificati di sicurezza) la Korea Electric Power Corp (KEPCO), società statale che gestisce gli impianti.
Secondo Roh Dong Seok, analista del Korea Energy Economics Institute, la Corea del Sud dovrebbe mettere in cantiere altri 6 impianti oltre a quelli già progettati e in fase di costruzione. Per il parlamentare dell’opposizione Lee Won Wook, l’obiettivo del 29% potrà essere raggiunto portando il numero totale di impianti a 45. A questo proposito, durante l’audizione all’Assemblea Nazionale, il Ministro dell’Energia non ha specificato di quante centrali la Corea del Sud avrà bisogno nel 2035 e quante, di nuove, dovranno essere implementate per raggiungere il target prefissato, subordinando la decisione al numero dei reattori in fase smantellamento.
Lo scandalo dei falsi certificati che ha colpito la KEPCO e il grave incidente nucleare di Fukushima hanno influenzato negli ultimi anni l’opinione pubblica sudcoreana sulla questione nucleare e sui rischi connessi. In un sondaggio del marzo 2013 (Hangil Research) il 63% degli intervistati considerava gli impianti nucleari sudcoreani pericolosi. Secondo un altro sondaggio della Korean Federation for Environmental Movement, reso pubblico lo scorso novembre, lo stato degli impianti preoccupa il 77,8 degli intervistati.