Costa Rica. Elezioni generali: ballottaggio previsto per il 3 aprile tra Figueres e Chaves

di Alberto Galvi

II costaricani avranno bisogno il 3 aprile di un secondo turno per eleggere il loro presidente, poiché nessuno dei 25 candidati ammessi al voto ha raggiunto il 40 per cento necessario. Il presidente in carica Carlos Alvarado del PAC (Partito Azione Cittadina) non è stato candidato per un secondo mandato a causa della perdita dei consensi dovuta crisi economica in cui è sprofondato il paese e ai casi di corruzione in cui è stato implicato.
José María Figueres Olsen e l’ex ministro delle Finanze Rodrigo Chaves del partito PPSD (Partito del Progresso Socialdemocratico) sono passati al secondo turno delle elezioni. Chaves è stato anche un ex funzionario della Banca Mondiale e durante la campagna ha respinto le accuse di essere stato censurato per molestie sessuali all’inizio della sua carriera, mentre Figueres, che ha governato dal 1994 al 1998 con il PLN (Partito di Liberazione Nazionale) era stato il favorito alla vittoria al primo turno.
Suo padre, José María Figueres Ferrer, è stato il fondatore del PLN e presidente del paese per tre volte nel 1948-49, nel 1953-58 e nel 1970-74, ed è passato alla storia come il presidente che abolì alla fine degli anni quaranta l’esercito e la marina militare, destinando quei fondi all’istruzione e alla sanità pubblica.
In questa tornata elettorale ci sono in palio anche tutti i 57 seggi dell’Assemblea legislativa nazionale per il periodo 2022-2026. Tutti i candidati hanno riconosciuto i risultati finora emessi dal tribunale elettorale. L’assemblea nazionale, tra le sue responsabilità, dovrebbe negoziare un importante sostegno finanziario da parte del Fmi (Fondo monetario internazionale).
Circa un terzo degli elettori nella nazione centroamericana, che è abitata da circa 5 milioni di persone, non aveva deciso su chi sostenere prima delle elezioni. L’astensionismo ha raggiunto il 40 per cento, che sarebbe il numero più alto nella storia del paese. E desiderio dei costaricani che il loro prossimo leader affronti la corruzione e gli alti tassi di disoccupazione.