CS: Il mov. mesoamericano contro il modello estrattivo minerario M4

CS, 5 feb 12 –

Ci siamo riuniti nella Valle di Siria, Honduras, nei giorni 26, 27, 28 e 29 gennaio, delegazioni nazionali di Panama, Costa Rica, Honduras, Salvador, Guatemala, Messico, con la partecipazione di rappresentanti d’organizzazioni solidali degli Stati Uniti e del Canada, per dibattere, intercambiare e stabilire accordi di lotta contro il modello minerario estrattivo che oggi flagella i nostri territori.
Con l’impulso dato al modello d’accumulazione neoliberista, l’aggressione delle compagnie minerarie nella regione centroamericana si è intensificata velocemente. Il modello estrattivo minerario si contraddistingue come processo aggressivo, predatorio e  manipolatore, che pone gli interessi economici al di sopra della vita stessa, della sostenibilità ambientale e della diversità culturale. È un modello perverso e senza etica, che utilizza il “maquillage  verde” e la  responsabilità  sociale dell’impresa autodefinendosi “attività mineraria verde, sostenibile e responsabile”, che promuove nei nostri paesi il falso mito dello “sviluppo” e dell’”economia verde”, basandosi su presunti progressi tecnologici, volti a distruggere territori nel minor tempo possibile.
Queste imprese, in maggioranza canadesi, hanno provocato nelle nostre popolazioni fenomeni d’impoverimento, conflittualità sociale, divisione, malattie, distruzione dell’ecosistema; così come un attacco sistematico alle nostre culture originarie, in contrasto con la cosmovisione dei popoli.
Nei nostri paesi le imprese minerarie hanno corrotto la classe politica al governo per adattare le leggi e le politiche pubbliche a loro vantaggio e convenienza, violando la sovranità nazionale ed i diritti collettivi dei popoli, riconosciuti, tra gli altri, da strumenti internazionali quali l’Accordo 169 dell’OIT e la Dichiarazione delle Nazioni Unite per i Diritti dei Popoli Indigeni.
D’altro canto il governo canadese ha creato una politica d’intrallazzi a favore delle imprese minerarie causando ripetutamente la violazione della sovranità dei nostri paesi.
In questo contesto, nella regione centroamericana a beneficio delle imprese minerarie si stanno favorendo cambi alle legislazioni, in cui la discussione si riduce ai presunti benefici  economici, senza tener conto dei rischi che tale modello comporta per la vita. Per smantellare la resistenza si usa la strategia di criminalizzare le lotte sociali, militarizzare i territori, impiegare le forze di sicurezza degli Stati per assassinare, reprimere ed intimidire il popolo.

A fronte di questa situazione, Dichiariamo:

– Il movimento mesoamericano s’impegna a lottare coordinatamente per esigere l’annullamento delle concessioni minerarie, imposte senza il consenso delle popolazioni, ed il ritiro delle imprese dai nostri territori danneggiati ed il risarcimento integrale dei danni causati.

– Denunciamo la repressione e la persecuzione che stanno subendo sorelle e fratelli in lotta per la difesa del territorio, soprattutto in Salvador, Honduras, Messico e Guatemala.

– Chiediamo che si rispettino le decisioni dei popoli sui loro territori ed il diritto alla consultazione, che si rendano operativi gli accordi internazionali a favore dei diritti umani e ambientali, che in precedenza i nostri governi hanno sottoscritto.

– Denunciamo l’ingerenza d’imprese multinazionali e di ambasciate come quelle di Stati Uniti e Canada, che spingono a riforme di legge riguardanti il settore estrattivo, privilegiando gli interessi delle multinazionali ed ignorando le proposte di organizzazioni e popoli, vedansi i casi di Panama, Honduras e Guatemala.

– Intensificheremo azioni congiunte a livello centroamericano contro il modello estrattivo minerario e proposte per un nuovo modello di benessere, che garantisca il rispetto della vita in armonia con madre natura.

Salutiamo e ci rendiamo solidali con le mobilitazioni del popolo Panamense contro le attività estrattive e le riforme di legge volte a favorire le imprese minerarie.

Denunciamo la politica di concessione di una terza parte del territorio nazionale alle multinazionali minerarie da parte del governo messicano, come i gravi casi di Cerro de San Pedro, Wirikuta e Caballo Blanco, tra gli altri.

Festeggiamo, insieme al popolo costaricense, l’approvazione della legge che proibisce l’estrazione dei metalli a cielo aperto e l’uso del cianuro sul suo territorio, e lo invitiamo a restare vigile di fronte a nuove offensive da parte del modello estrattivo minerario.

Rifiutiamo il disegno di legge sull’attività estrattiva che pretende approvare il Congresso Nazionale honduregno, in quanto estremamente lesivo del popolo in generale, dell’ecosistema, nonché tutela per gli interessi economici delle imprese minerarie e degli imprenditori nazionali che fanno loro da prestanome.

Esigiamo il rispetto dei risultati delle oltre 50 consultazioni comunitarie realizzate in Guatemala, che hanno detto no all’attività estrattiva. Salutiamo la resistenza del popolo salvadoregno e chiediamo la fine della persecuzione nei confronti dei compagni e compagne del Comitato Ambientale di Cabañas. Celebriamo l’impegno e l’appoggio di persone ed organizzazioni solidali degli Stati Uniti e del Canada, che denunciano e contrastano gli abusi delle imprese dei loro paesi, che violano i diritti dei popoli abitanti nella regione mesoamericana.

“DA PANAMA AL CANADA, L’ATTIVITA’ MINERARIA NON VA”

 

DECLARACION POLITICA PRIMER ENCUENTRO  DEL MOVIMIENTO MESOAMERICANO CONTRA EL MODELO EXTRACTIVO MINERO -M4-

Reunidos en Valle de Siria, Honduras; los días 26, 27, 28 y 29 de enero, delegaciones nacionales de Panamá, Costa Rica, Honduras, Salvador, Guatemala, México y con la participación de representantes de organizaciones solidarias de Estados Unidos y de Canadá  para debatir, intercambiar y establecer acuerdos de lucha en contra del modelo minero extractivo que actualmente hostiga nuestros territorios.
La agresión de las mineras en la región mesoamericana se ha venido agudizando aceleradamente, en el marco de la implementación del modelo de acumulación neoliberal; el modelo extractivo minero se caracteriza por ser un proceso agresor, depredador y  manipulador que posiciona los intereses económicos por encima de la vida misma, la sostenibilidad del ambiente y la diversidad cultural. Es un modelo perverso y sin ética, que utiliza el “maquillaje  verde”,  la  responsabilidad  social  empresarial y se autodefine como  “minería verde, sustentable y responsable”, que promueve en nuestros países el falso mito del “desarrollo” y la “economía verde”, y se basa en los supuestos avances tecnológicos que sirven para destruir en el menor tiempo posible los territorios.
Estas empresas, en su mayoría canadienses, han provocado en nuestros pueblos procesos de empobrecimiento, conflictividad social, división, enfermedades, destrucción del medio ambiente; así como también un ataque sistemático a nuestras culturas originarias que contrasta con la cosmovisión de los pueblos.
En nuestros países las empresas mineras han corrompido a la clase política gobernante para ajustar las legislaciones y las políticas públicas a su favor y conveniencia; violando la soberanía nacional y los derechos colectivos de nuestros pueblos reconocidos por instrumentos internaciones como el Convenio 169 de la OIT, la Declaración de las Naciones Unidas para los Derechos de los Pueblos Indígenas, entre otros.
Por otra parte  el gobierno canadiense  ha generado una  política  de cabildeo a  favor de las  empresas  mineras ocasionando muchas  veces la  violación  de  la soberanía de  nuestros  países.
En este contexto, en la región mesoamericana se están impulsando cambios a la legislación a favor de las empresas mineras, donde la discusión se reduce a los supuestos beneficios  económicos, sin importar los riesgos que este modelo significa para la vida.  Se usa la criminalización de las luchas sociales, militarización de los territorios, y la utilización de las fuerzas de seguridad de los Estados para asesinar, reprimir e intimidar al pueblo, como estrategia para desmovilizar la resistencia.

Ante esta situación, DECLARAMOS:

-El movimiento mesoamericano nos comprometemos a luchar coordinadamente para exigir la cancelación de las  concesiones  mineras que han sido impuestas sin el consentimiento de los pueblos, el retiro de  empresas  de  nuestros  territorios afectados y el resarcimiento integral de los daños causados.

-Denunciamos la represión y  el hostigamiento que están sufriendo hermanas y hermanos que están luchando en defensa  del territorio, especialmente en Salvador, Honduras, México y Guatemala.

-Exigimos el respeto a las decisiones de los pueblos sobre sus territorios, el derecho a la consulta; la implementación  de  los  convenios internacionales  a  favor  de  los  derechos humanos y  ambientales, que  nuestros   gobiernos  han  suscrito anteriormente

-Denunciamos la injerencia de empresas transnacionales y embajadas como EEUU y  Canadá en promover reformas legales en relación a la minería, que privilegian los intereses de transnacionales y  no se está tomando en cuenta propuestas de organizaciones y pueblos, como es el caso de Panamá, Honduras y Guatemala.

-Intensificaremos acciones conjuntas a nivel mesoamericano contra el modelo extractivo minero, así como también la articulación de propuestas para un nuevo modelo de bienestar que garantice el respeto a la vida en armonía con la madre naturaleza.

Saludamos y nos solidarizamos con las movilizaciones del pueblo Panameño en contra de la minería y de las reformas legales que buscan favorecer a las empresas mineras.

Denunciamos la política entregista del gobierno mexicano de una tercera parte del territorio nacional a las trasnacionales mineras, como los graves casos de Cerro de San Pedro, Wirikuta y Caballo Blanco entre otros.

Celebramos junto al pueblo costarricense la aprobación de la ley que prohíbe la minería metálica a cielo abierto y el uso de cianuro en su territorio,  y los invitamos a mantenerse alertas ante nuevas ofensivas del modelo extractivo minero.

Rechazamos el proyecto de ley de minería que pretenden aprobar en el Congreso Nacional de Honduras puesto que es sumamente lesivo al pueblo en general, al medio ambiente y favorece a los intereses económicos de las empresas mineras y de los empresarios testaferros en el país.

Exigimos el respeto a los resultados de las más de 50 consultas comunitarias realizadas en Guatemala que han dicho no a la minería.
Saludamos la resistencia del pueblo salvadoreño y exigimos el alto al hostigamiento de los compañeros y compañeras del Comité Ambiental de Cabañas.
Celebramos el compromiso y el apoyo de personas y organizaciones solidarias de los Estados Unidos y de Canadá que denuncian y contrarrestan los abusos de las empresas de sus países que violan los derechos de los pueblos que habitan la región mesoamericana.

“DESDE PANAMA A CANADA, LA MINERIA NO VA”