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Dal 2003, il Darfur è teatro di un feroce conflitto che vede contrapposte la locale maggioranza nera della popolazione, composta da tribù sedentarie, e la minoranza nomade originaria della Penisola arabica, che costituisce maggioranza nel resto del Sudan.
Negli ultimi cinque mesi vi è stata una recrudescenza dei combattimenti, anche perché controllare la regione, che è una delle più povere del pianeta, significa mettere le mani sul potenziale sfruttamento delle ingenti risorse minerarie.
Valerie Amos, responsabile delle operazioni umanitarie dell’Onu in Darfur, ha comunicato oggi di “valutare in 300.000 le persone che sono fuggite dai combattimenti in Darfur nei primi cinque mesi dell’anno”.
