Ebola: una vittima in Germania, s’impennano i contagi; 4447 morti

Agi

ebolaIl Consiglio di sicurezza dell’Onu si è riunito per discutere l’emergenza ebola mentre i casi di contagio registrano una preoccupante impennata: secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità sono quasi 9000 (8914), mentre il numero dei morti è salito a 4.447. Non solo: sceondo l’organismo internazionale, a dicembre i casi potrebbero essere tra i 5.000 e i 10.000 alla settimana, perché i Paesi africani in cui si è diffusa l’epidemia non sono ancora riusciti ad arginarla. E il picco si registrerà, secondo le previsioni, nella prima settimana del mese. E’ rientrato intanto l’allarme per il caso sospetto a Bruxelles, ma a Lipsia in Germania, è morto in ospedale il medico Onu sudanese 56enne che lavorava in Liberia ed era stato ricoverato giovedì dopo aver contratto il virus. E’ il primo decesso avvenuto in Germania. La notizia della morte è stata data dall’ospedale St George di Lipsia, dove era ricoverato.
Nel Paese si sono verificati altri due casi: un paziente è in cura a Francoforte sul Meno, mentre un altro era stato dimesso dopo cinque settimane di cure da un ospedale di Amburgo.
Si è rivelato invece un falso allarme quello che ieri ha gettato nel panico le autorità sanitarie belghe. Un uomo che aveva manifestato sintomi compatibili a quelli del virus è stato messo in quarantena all’ospedale Saint-Pierre di Bruxelles. Ma poco dopo è stato accertato che aveva solo la febbre alta e mal di stomaco.
L’allerta resta alta invece al Texas Health Presbiteryan Hospital di Dallas, dove era stato curato Thomas Eric Ducan, il paziente zero morto negli Usa, e dove è stata successivamente contagiata l’infermiera Nina Pham. Secondo i media americani sono molte altre le persone esposte al rischio di contrarre il virus: la Pham infatti è tra le almeno 70 persone coinvolte nelle cure di Duncan, e quindi entrate in contatto con il paziente zero. Dalla Cina giunge intanto la notizia che una casa farmaceutica ha sperimentato un farmaco che può curare il virus. Si tratta della Sihuan Pharmaceutical Holdings Group, che ha legami con l’esercito cinese. Il medicinale è ancora però in attesa dell’approvazione della Chinese Food and Drug Administration (CFDA). Un via libera che potrebbe arrivare, secondo il presidente di Sihuan, Che Fengsheng, “prima della fine dell’anno” in quanto l’amministrazione sta valutando il farmaco molto attentamente. La ricerca è stata condotta insieme all’Accademia di scienze mediche militari (AMMS) e il farmaco (JK-05) è per ora disponibile solo per emergenze militari. La stessa casa è stata fino al 2001 un’unità scientifica militare, prima di trasformarsi nelle terza azienda farmaceutica del Paese. Il JK-05, testato sui topi, è simile al favipiravir, sviluppato dalla giapponese Fujifilm Holdings Corp.