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Ad un anno dall’annuncio dell’Eni dell’individuazione del maxi-giacimento in Mozambico, per cui l’ad Claudio Descalzi ebbe a dire che “L’Eni ha fatto in Mozambico la più grande scoperta di gas della sua storia”, ovvero “2.400 miliardi di metri cubi di gas che consentirebbero di soddisfare il bisogno degli italiani per 30 anni”, oggi il colosso italiano dell’energia ha messo a segno un nuovo importante successo scoprendo un nuovo importante giacimento nell’offshore egiziano a 107 km a nord di Port Said, a 1.450 metri sotto il livello del mare.
L’Eni ha operato, come da accordo stipulato con il ministero del Petrolio egiziano nel 2014, con la Egas, la Egyptian Natural Gas Holding Company, ed ha fatto sapere che il giacimento del blocco di Shorouk, di cui la compagnia italiana detenne il 100% della licenza, presenta un potenziale di risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas e un’estensione di circa 100 chilometri quadrati. Potrà quindi coprire la domanda di gas dell’Egitto per diversi decenni.
L’ad di Eni Claudio Descalzi si è immediatamente recato al Cairo per vedere il presidente Abdel Fatah al-Sisi ed aggiornarlo dell’importante scoperta. Incontrando il premier egiziano Ibrahim Mahlab e il Ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie, Sherif Ismail, Descalzi ha detto che “La strategia che ci ha portato a insistere nella ricerca nelle aree mature di paesi che conosciamo da decenni si è dimostrata vincente a riprova che l’Egitto presenta ancora un grande potenziale. Questa scoperta storica sarà in grado di trasformare lo scenario energetico di un intero paese, che ci accoglie da oltre 60 anni”.
Lo scorso marzo Eni e Egitto hanno sottoscritto un accordo che vede l’azienda italiana investire per i prossimi quattro anni cinque miliardi di dollari, per lo sviluppo di 200 milioni di barili di olio e di 37 miliardi di metri cubi di gas, ma la scoperta di Zohr (così è stato chiamato il giacimento) porterà senza dubbio ad un rialzo delle stime.
