EGITTO. Legge Antiterrorismo: Governo rimuove carcere per giornalisti

di Giacomo Dolzani –

egitto_giornaliIl Governo egiziano ha rimosso dalla cosiddetta Legge Antiterrorismo, approvata il primo luglio scorso, il contestato articolo 33, il quale prevedeva il carcere per quei giornalisti che, in caso di un attacco compiuto da jihadisti, avessero riportato nei loro articoli o servizi una versione diversa da quella ufficiale, fornita dalle autorità de il Cairo.
I media egiziani, spalleggiati da organizzazioni non governative attive nel campo dei diritti umani, hanno subito condannato una legge che avrebbe inflitto pene durissime (fino a due anni di reclusione) per quei giornalisti che, si legge nel testo, “riportino false informazioni sugli attacchi terroristici, in contrasto con le dichiarazioni ufficiali”.
Il portavoce del Governo egiziano, Hossam el-Qawish, ha infatti annunciato in una nota che il carcere verrà commutato in una pena pecuniaria che può andare dalle 200.000 alle 500.000 sterline egiziane, ossia dai 23.000 ai 58.000 euro, una multa alla quale un giornalista non sarebbe comunque mai in grado di far fronte.
Il Governo del generale al-Sisi, nel suo tentativo di porre sotto controllo i media nazionali, ha compiuto quindi un passo indietro solo di facciata, la minaccia nei confronti della stampa rimane infatti comunque presente, e a farlo notare è la ong Amnesty International, che ha spesso accusato l’Esecutivo egiziano di applicare metodi autoritari per reprimere la libertà d’espressione.
Queste misure si sono però, in parte, rivelate necessarie a causa dell’attacco, al quale il paese nordafricano è stato sottoposto da parte di gruppi terroristi di matrice islamica che, dopo la deposizione del presidente islamista Morsi tramite un golpe militare, il quale ha portato al potere al-Sisi, hanno lanciato un’offensiva volta a colpire l’apparato di sicurezza e le istituzioni de il Cairo, al fine di destabilizzare il paese nordafricano.

Twitter: @giacomodolzani