Egitto. Obama blocca la fornitura di armamenti? E il Cairo si rivolge a Mosca

di Guido Keller –

shoigu serghieiLa crisi egiziana è soprattutto l’esito di una partita a scacchi fra l’Arabia Saudita ed il Qatar: Doha ha infatti cercato, sostenendo il presidente Morsi ed i Fratelli Musulmani, di fare proprio il ruolo di interlocutore con l’Occidente da sempre rivestito dall’Arabia Saudita, ma il colpo di stato dello scorso 4 luglio, palesemente sostenuto da Riyadh, ha, di fatto, rimescolato le pedine.
Nel complicato quadro politico l’amministrazione Obama si è posta su una linea di prudenza ed ha bloccato il flusso di denaro (585 mln di dlr per l’anno corrente) tradizionalmente riservato all’Egitto, ed in particolare ha sospeso la fornitura di armamenti, fra i quali 16 elicotteri Apache, quattro aerei F16 ed altro materiale bellico.
Così l’Egitto, trovandosi con le spalle al muro, ha pensato di rivolgersi a Mosca ed il rappresentante del Ministero degli Esteri egiziano, Badr Abdel Aty ha già fatto sapere che il suo paese è pronto a collaborare con Mosca in tutti i settori ed intende intensificare la cooperazione in ambito tecnico-militare.
Alla vigilia del primo incontro fra i ministro della Difesa e degli Esteri di Russia ed Egitto, Badr Abdel Aty, rappresentante del Ministero degli Esteri egiziano, ha affermato che il Cairo è pronto a collaborare con Mosca in tutti i settori ed intende intensificare la cooperazione in ambito tecnico-militare, ovvero che “il nostro compito principale è intensificare i rapporti con la Russia che in ambito internazionale ricopre un ruolo fondamentale”.
Il ministro russo della Difesa, Serghej Shoigu, si è quindi recato in al Caio per aumentare il volume di affari da 1 miliardo e 852 milioni di dollari dal 2005 al 2012 (19,4% del mercato) a 4 mld per il prossimo triennio, superando così il mercato statunitense che ammonterà a 3 miliardi e 41 milioni di dollari.