Egitto. Scacco ad Obama: Lavrov e Shoigu al Cairo vendono armamenti. E piantano una base navale ad Alessandria

di Enrico Oliari e Guido Keller –

lavrov egitto grandeLa crisi egiziana è soprattutto l’esito di una partita a scacchi fra l’Arabia Saudita ed il Qatar: Doha ha infatti cercato, sostenendo il presidente Morsi ed i Fratelli Musulmani, di fare proprio il ruolo di interlocutore con l’Occidente da sempre rivestito dall’Arabia Saudita, ma il colpo di stato dello scorso 4 luglio, palesemente sostenuto da Riyadh, ha, di fatto, rimescolato le pedine.
Nel complicato quadro politico l’amministrazione Obama si è posta su una linea di prudenza ed ha bloccato il flusso di denaro (585 mln di dlr per l’anno corrente) tradizionalmente riservato all’Egitto, ed in particolare ha sospeso la fornitura di armamenti, fra i quali 16 elicotteri Apache, quattro aerei F16 ed altro materiale bellico.
Così l’Egitto, trovandosi con le spalle al muro, ha pensato di rivolgersi a Mosca ed il rappresentante del Ministero degli Esteri egiziano, Badr Abdel Aty ha fatto sapere nei giorni scorsi che il suo paese è pronto a collaborare con Mosca in tutti i settori ed intende incrementare la cooperazione in ambito tecnico-militare, ovvero che “il nostro compito principale è intensificare i rapporti con la Russia che in ambito internazionale ricopre un ruolo fondamentale”.
Il ministro russo della Difesa, Serghej Shoigu, si è quindi recato in al Caio per aumentare il volume di affari da 1 miliardo e 852 milioni di dollari dal 2005 al 2012 (19,4% del mercato) a 4 mld per il prossimo triennio, superando così il mercato statunitense che ammonterà a 3 miliardi e 41 milioni di dollari; con lui è arrivato il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, il quale ha visto il ministro omologo Nabil Fahmy: nell’incontro, definito da entrambi “proficuo”, si è parlato di diversi temi, come la cooperazione bilaterale, la ripresa del turismo nel paese nordafricano e la questione della sicurezza nella Penisola del Sinai, dove da un paio d’anni vi stazionano qaedisti al di fuori di ogni controllo; è stata auspicata anche la ripresa del negoziato israelo-palestinese e una soluzione politica della crisi siriana che passi per la convocazione della conferenza Ginevra 2.
Lavrov si è augurato la stabilità economica dell’Egitto e la prosecuzione del processo in corso per il raggiungimento degli obiettivi del Governo attraverso l’adozione della nuova Costituzione.
Anche Lavrov, come Shoigu, ha discusso di forniture militari e, stando a quanto riporta il l’informatissimo Debkafile, nell’incontro fra i due ministri si è parlato di sistemi russi di difesa antiaerea, di missili di superficie e di portare una presenza della Marina russa ad Alessandria.
Fra gli armamenti che la Russia fornirà all’Egitto attraverso la Rosoboronexport, vi sono uno scudo pensato per bloccare un eventuale attacco da parte di aerei stealth, di droni e di missili da crociera su tutto il territorio egiziano. Il sistema difensivo, che coprirà anche le coste e il Canale di Suez, si allargherà sul Mar Rosso, servendo così anche le principali città saudite, cosa per cui Ryihad investirà 4 mld di dlr.
Sarà poi istallato un sistema missilistico che potrà arrivare a colpire diversi punti strategici in Medio oriente, fra cui in Iran. A coordinare l’operazione sarà il direttore del Servizio federale russo per la cooperazione tecnico-militare, Andrei Boitsov.
Ai funzionari egiziani non è comunque piaciuta tanta presenza della Russia in Egitto ed in particolare la paventata creazione di una vera e propria base navale, definita appunto “illogica”, poichè andrebbe a “minare l’indipendenza e la sovranità del paese”.
Lavrov ha comunque ribattuto in conferenza stampa che “La Russia è per la non ingerenza degli affari interni e per il rispetto del diritto all’autodeterminazione”.
Al di là delle parole di circostanza, sembra che nell’accordo per la fornitura dei missili vi sia anche lo stanziamento di 1500 militari e, come sopra accennato, lo stanziamento ad Alessandria di navi e sottomarini russi; già con la visita dei due ministri è arrivata nel porto egiziano l’ammiraglia della flotta russa nel Pacifico, l’incrociatore lanciamissili guidati Varyag.
Curiosamente era stato nel 1971 il presidente egiziano Anwar Sadat ad espellere i militari russi dal territorio egiziano.