Esercitazioni russo-egiziane nel Mediterraneo. Per gli errori in politica estera di Obama

di Enrico Oliari –

navi russia putin al sisis grandeLa Russia e l’Egitto si legano sempre di più sul piano militare. Si sono infatti svolte le esercitazioni congiunte nel mar Mediterraneo, operazione denominata “Ponte dell’Amicizia 2015”, per le quali il portavoce della Flotta del Mar Nero capitano Vyacheslav Trukhachyov ha comunicato che “Al termine delle manovre un gruppo tattico di navi russe ed egiziane ha condotto con successo le esercitazioni di artiglieria contro un obiettivo galleggiante”. (…) “Il personale a bordo di un elicottero ha fotografato le unità impegnate nelle manovre”.
Le esercitazioni hanno preso il via il 10 giugno ed hanno impiegato da parte russa “l’incrociatore missilistico Moskva, la lanciamissili Samum, la nave cisterna Ivan Bubnov e ill rimorchiatore MB-31”; da parte egiziana sono intervenute “le fregate egiziane Taba e Damieta, le portamissili 25 aprile e 18 giugno e la nave cisterna Shalatin”.
Per comprendere il significato di tali manovre bisogna risalire all’ottobre 2013, ovvero alla decisione dell’amministrazione Obama di non appoggiare, com’era sempre stato fatto, militarmente ed economicamente l’Egitto, una scelta adottata a seguito del golpe militare che il 3 agosto aveva deposto il presidente Mohammed Morsi: dietro ai Fratelli Musulmani, di cui Morsi era leader, vi era il Qatar e tutt’oggi gli esponenti del movimento non arrestati si trovano in esilio a Doha; il Qatar, che con una tale operazione intendeva subentrare dei sauditi nella capacità di influenza nel mondo arabo, è ancora oggi alleato di ferro di Washington, da cui la reazione della Casa Bianca al colpo di stato che la portato al potere il generale Abdel Fatah al-Sisi.
La situazione che si è venuta a creare ha quindi spinto l’Egitto nelle mani della Russia, per cui vi sono stati incontri già a partire dal 14 novembre del 2013, quando in un bilaterale al Cairo, siglato poi a Sochi da Vladimir Putin e da al-Sisi, l’Egitto ha concesso alla Russia la base navale di Alessandria, la quale si inserisce in una linea orizzontale che comprende la base navale di Sebastopoli, in Crimea, e di Tartus in Siria.
Ovviamente in cambio l’Egitto ha ottenuto appoggio e forniture militari, ma anche ingenti investimenti, come nel caso della progettata costruzione della centrale nucleare di el-Daada.