Fondi per i terremotati: l’Europa degli sperperi li dà

di Enrico Oliari –

E’ stata una figuraccia quella fatta da Germania, Olanda, Finlandia, Svezia e Gran Bretagna, che, in un primo momento, avevano bloccato il finanziamento, già previsto, di 670 milioni di euro da destinarsi alle tre regioni italiane colpite dal terremoto del 20 e del 29 maggio scorso, Veneto, Lombardia ed Emilia, alla quale spetta il 92% delle risorse.
Tutti i 27 paesi dell’Unione europea avevano riconosciuto il diritto dell’Italia di percepire quei fondi, ma, al momento di aprire il portafoglio, complice la crisi, i cinque hanno fatto marcia indietro, per cui si è resa necessaria una riunione urgente di Parlamento, Consiglio e Commissione Ue, dove è stata raggiunta un’intesa di principio ed il problema dei fondi alle regioni terremotate è rientrato.
In compenso sia i cittadini di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, sia quelli del resto dell’Unione europea, non hanno mai potuto rifiutarsi di aprire il loro, di portafoglio, per pagare l’ingente costo della macchina burocratica europea, che con i tre parlamenti (Strasburgo, Lussemburgo e Bruxerlles), l’esercito di passacarte, gli interpreti, le auto di servizio, le bollette energetiche, i pacchi di documenti che devono attraversare interi paesi, ha chiesto proprio ieri la cifra record di 9 miliardi, con un aumento del 7% rispetto al bilancio dello scorso anno.
Eh, si capisce…. ha detto il commissario Ue al bilancio, Janusz Lewandowski, ai ministri riuniti a Bruxelles: “Ora sono arrivate le bollette da pagare: cosa dovrei farne, ignorarle e buttarle nel cestino della spazzatura?”.