di Alberto Galvi –
Intervenendo all’incontro del terzo Summit del Sud del Gruppo dei 77 e della Cina, il vice premier cinese Liu Guozhong ha chiesto l’unità e la cooperazione tra i paesi del Sud del mondo, aggiungendo che la crescita collettiva dei paesi del Sud è inarrestabile, ma l’impatto del vecchio ordine economico e politico internazionale rimane.
In un ambito più ampio la Cina è disposta a collaborare con i paesi del Sud in più aree. Quest’anno Il Gruppo dei 77 più la Cina si riunisce a Kampala, in Uganda, per un vertice che mira a promuovere la solidarietà e la complementarità dei paesi del Sud del mondo. Se da un lato la cooperazione Sud-Sud è forte, non sostituisce la necessità di rispettare gli impegni del Nord del mondo, ovvero di impegnarsi costantemente per ridurre la povertà e la disuguaglianza, sostenere la crescita e costruire la resilienza nei paesi in via di sviluppo.
Molti membri del G-77 sono alle prese con i postumi economici della pandemia di Covid-19, debiti paralizzanti, la crisi dovuta al costo della vita. Centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, in particolare donne e ragazze, vivono senza il più elementare rispetto dei loro diritti umani. E la mancanza di lavoro sta generando un’enorme frustrazione tra i giovani.
Nel quadro delle Nazioni Unite, il G-77+Cina è il più grande gruppo di coordinamento di paesi dell’organizzazione internazionale, che è attualmente composta da 134 paesi membri, pur mantenendo la sua identità di G-77+Cina, che era il suo numero iniziale, e rappresenta l’80 per cento della popolazione mondiale. È considerato un potente meccanismo nel quadro delle Nazioni Unite da quando è stato fondato nel 1964.