Germania. Energia: il governo vuole eliminare il carbone: intesa con i Laender

di Sebastian Di Pietro Hidalgo –

FRANCOFORTE. La Germania è determinata ad accelerare la corsa all’energia pulita puntando a sostituire le centrali a carbone e a lignite con impianti solari, eolici, geotermici e a biomassa. Così, mentre le varie Cop, a cominciare dalla 21 di Parigi, sembrano perdersi negli slogan e degli obiettivi puntualmente sconfessati, il governo tedesco di Angela Merkel ha raggiunto un accordo con i Laender di Sassonia-Anhalt, Sassonia, Brandeburgo e Renania Settentrionale-Vestfalia per un maxi-investimento da 40 miliardi di euro al fine compensare le prime chiusure entro il 2020 e quindi arrivare alla totale chiusura delle centrali elettriche a carbone e a lignite entro il 2038. Quest’ultimo termine potrebbe addirittura essere anticipato e portato al 2038, anche perché le formazioni ecologiste stanno facendo pressioni sugli amministratori in quanto, è stato fatto notare, “le chiusure degli impianti più inquinanti vi saranno nel 2028 – 2029”.
Come è avvenuto in Italia nel 1990, la Germania ha deciso dopo il disastro di Fukushima l’abbandono del nucleare (nel 2011 rappresentava il 17,8% della produzione di energia), ma ora l’obiettivo è quello di chiudere il capitolo dell’energia atomica entro il 2022 e di arrivare entro il 2030 al 65% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili
L’energia verde si è rivelata ottimale anche per l’impiego lavorativo, il quale risulta essere sensibilmente superiore a quello utilizzato per la produzione di energia da processi di combustione, ma il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili avrà ricadute sulle aziende impegnate della produzione di energia in modo tradizionale, come la Rwe e gli impianti minerari di estrazione della lignite nella Germania orientale. Il governo ha così previsto delle compensazioni, ed alla Rwe, il principale produttore di energia a carbone e a lignite, andranno 2,6 miliardi di euro su un totale di 4,3 e la somma rimanente di 1,7 miliardi verrà distribuita tra i produttori di lignite della Germania Est, dove si teme un maggiore impatto sociale.
Il ministro dell’Ambiente, Svenja Schulze, ha affermato con soddisfazione che “Siamo il primo Paese che abbandona sia il nucleare che il carbone”.

Com’è messa l’Italia.
In realtà l’Italia è al momento messa meglio della Germania: già ora il 36,1% dell’energia (ma lo scorso anno si sono toccati valori superiori) è prodotta da fonti rinnovabili in particolare l’idroelettrico ma con un forte avanzamento dell’eolico: la produzione di energia da quest’ultima fonte nel settembre 2019 si è attestata a 1.173GWh, in aumento rispetto al mese precedente di 429GWh. Il carbone in Italia è usato per produrre il 12% dell’energia, mentre la parte del leone viene fatta dal gas, importato all’88% per produrre il 45% del nostro fabbisogno energetico.