Germania. Nord Stream 2: Il cancelliere Scholz ha bloccato la certificazione del gasdotto

di Alessandro Pompei

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito il riconoscimento russo delle repubbliche di Donetsk e Luhansk una violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite.
Secondo Scholz, questa decisione non rimarrà senza conseguenze per la Russia, per cui ha sospeso la certificazione del gasdotto Nord Stream 2, ritirando dall’Agenzia federale che si occupa della gestione delle reti un rapporto con un’analisi della sicurezza energetica, senza il quale il processo è impossibile.
Si tratta di un necessario passaggio tecnico amministrativo, che impedisce la certificazione dell’opera.
Lo stesso cancelliere ha dichiarato che si tratta solo di una sospensione della certificazione e non della cancellazione del progetto, ha poi aggiunto che la situazione deve essere “valutata”.
Come c’era da aspettarsi, tanto il governo britannico di Boris Johnson quanto il governo ucraino guidato dal populista Volodymyr Zelensky, plaude alla decisione tedesca di sospendere la costruzione del nuovo gasdotto. Nel frattempo i prezzi del gas in Europa sono aumentati complessivamente del 12%, e pare che siamo ancora lontani dal vedere i massimi.
Le nazioni europee, a cominciare ovviamente dalla Germania, rischiano di rimanere con il proverbiale “cerino in mano” e di dover attingere al costoso “shale gas” estratto negli Stati Uniti, che oltretutto con molte difficoltà potrebbe eguagliare la fornitura; da segnalare poi che lo shale gas viene estratto con una tecnica tutt’altro che affine allo spirito ecologista. Infatti la fatturazione idraulica della roccia, oltre a portare molte conseguenze locali, porta spesso anche a dispersioni in atmosfera, ed essendo il metano un gas serra con un’emivita in atmosfera di 8 anni ed un effetto climalterante di circa 30 volte quello della CO2: l’aumento delle estrazioni statunitensi per sopperire alla mancata fornitura russa in Europa, non va certamente nella direzione degli obiettivi della conferenza di Parigi sul clima.