Ghana-Costa D’avorio: primo verdetto sulla disputa marittima

di Valentino De Bernardis –

Deepwater TanoIl Tribunale Internazionale del Diritto del Mare (ITLOS) si è pronunciato sulla disputa territoriale che ormai da qualche anno vede il governo di Accra contrapposto a quello di Yamoussoukro.
Con una decisione salomonica la corte di Amburgo, presieduta dal giudice Boualem Bouguetaia, ha disposto che il Ghana possa continuare la sua attività di estrazione off-shore, ma non cominciare nuove esplorazioni. Il giudizio fa riferimento al progetto ghanese Tweneboa, Enyenra and Ntomme (TEN) locata nella zona del Deepwater Tano, che copre un’area di 800 km quadrati, a circa 20 km a ovest del Jubilee Field, offerto in concessione ad una consorzio di compagnie petrolifere con a capo la Tullow Oil (maggior azionista con il 49,95%), Anadarko (18%), Kosmos Energy (18%), Sabre Oil & Gas Holdings (4,05%) e la Compagnia Petrolifera Nazionale del Ghana GNPC (10%).
La sentenza risponde temporaneamente alle istanze di tutti i contendenti, richiedendo ad ambo le parti di integrare la documentazione presentata per il 25 maggio, per poter giungere ad una sentenza definitiva entro il 2017.
Le rivendicazioni ivoriane risalgono al 2008, quando a seguito di attività esplorative offshore sono stati scoperti importanti giacimenti petroliferi (fonti ufficiose parlano di riserve per oltre un miliardo di barili), in una zona di confine marittimo tra Ghana e Costa D’Avorio, mai realmente discussa dai due governi dopo il raggiungimento dell’indipendenza dalle potenze coloniali europee. La decisione unilaterale di Yamoussoukro nel novembre 2011 di tracciare una nuova frontiera marittima, sommata al fallimento di molti negoziati bilaterali, ha spinto il Ghana nel 2014 a ricorrere all’ITLOS, credendo di poter facilmente provare l’infondatezza delle richieste ivoriane.
Il Ghana produce circa 100mila barili di petrolio al giorno nel giacimento offshore Jubilee (il petrolio rappresenta il terzo prodotto di maggiore esportazione del paese dopo l’oro e il cacao), e i possibili investimenti provenienti da società straniere per lo sfruttamento di nuovi giacimenti petroliferi potrebbero rappresentare una boccata d’ossigeno per una economia che nel 2014 ha dovuto fronteggiare una pesante crisi fiscale, con un tasso di crescita dimezzato, un debito pubblico in crescita costante e un tasso d’inflazione più che raddoppiato e la richiesta di un nuovo prestito al Fondo Monetario Internazionale.
Ad ogni modo, la disputa territoriale potrebbe tornare ad alimentare la tensione tra i due paesi nel prossimo autunno con le elezioni presidenziali in Costa D’Avorio. Il tema difatti potrebbe essere usato dai candidati alla disperata ricerca di voti, senza tener conto delle possibili ripercussioni diplomatiche.

@debernardisv