Giornata della Terra. L’Ue vara la legge, ‘riduzione del 55% della Co2 entro il 2030’

Biden riporta gli Usa negli accordi di Parigi. Al via il vertice dei leader sul clima.

di Guido Keller

Puntuale ogni anno arriva la Giornata della Terra. E puntuali ogni anno arrivano i molti buoni propositi, con la Commissione europea che ha annunciato l’obiettivo concordato dal Parlamento europeo e dagli Stati membri di tagliare entro il 2030 “almeno” il 55 percento delle emissioni di CO2. L’obiettivo è una necessità per non far trovare alle generazioni future un pianeta avvelenato e sconvolto dai cambiamenti climatici, tema questo in discussione alla due giorni convocata negli Usa dal presidente Joe Biden, ma resta il fatto che se a muoversi saranno solo alcune parti del mondo lo sforzo servirà a poco o a nulla. I paesi in rapida crescita o che sono al lavoro per raggiungere lo sviluppo, per intenderci quelli che hanno borbottato alla Cop21 di Parigi, continuano a privilegiare la crescita economica all’attenzione per l’ambiente. In Cina, uno dei primi paesi produttori di inquinamento, il governo ha fatto sapere nei giorni scorsi l’intenzione di raggiungere la neutralità dal carbonio entro il 2060, e già si sta procedendo con la sostituzione del riscaldamento a carbone, ancora molto diffuso, con il metano ed altre forme di energia meno inquinanti, ma nelle megalopoli come Pechino (22 milioni di abitanti) l’alto tasso di inquinamento unito ad una tempesta di sabbia arrivata dalla Mongolia ha portato una settimana fa le Pm10 a 20 volte il limite consentito dall’Oms, oltre che ad una visibilità inferiore ai mille metri.
Con una repentina inversione di marcia rispetto al predecessore Donald Trump, il presidente Usa Joe Biden ha annunciato un taglio sulle emissioni compreso fra il 50 e il 52% entro il 2030, nonché il rientro negli Accordi di Parigi. Si tratta, ha riportato il New York Times, per Biden di “dimostrare che l’approccio dell’ex presidente Donald Trump verso i cambiamenti climatici era un’aberrazione”.
Europa e Usa si candidano quindi per attuare una politica di salvaguardia del pianeta nella speranza di essere preso seguiti con i fatti da altri paesi, mentre i vari rapporti e studi indicano una situazione allarmante con il graduale scioglimento delle calotte polari, la crescita del livello dei mari, l’aumento delle alluvioni e degli uragani in alcune parti e della siccità in altre. Danni calcolati nella sola Unione Europea per 12 miliardi all’anno, mentre in altre parti del pianeta vi sono già centri abitati sommersi dalle acque. In buona parte del mondo le popolazioni dipendono dal loro habitat naturale e spesso non hanno risorse per far fronte ai cambiamenti climatici, un dato che comporta sconvolgimenti sociali che si traducono in emigrazioni quando non in guerre ad esempio per il controllo dell’oro blu, cioè dell’acqua.
L’obiettivo europeo del taglio dei gas serra del 55 percento entro il 2030 è contenuto nella legge europea approvata in queste ore non passa solo attraverso lo sforzo per la riduzione delle emissioni, bensì punta anche sul riassorbimento della Co2 ad esempio attraverso le foreste, ed il presidente della Commissione ambiente dell’Europarlamento Pascal Canfin ha fatto notare che si potrebbe arrivare ad una “riduzione effettiva del 57%”.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha insistito che “Il nostro impegno politico per diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050 è ora anche un impegno legale”, ed ministro portoghese per il Clima (il Portogallo detiene la presidenza di turno Ue) Joao Pedro Matos Fernandes ha affermato che “Con questo accordo inviamo un segnale forte al mondo in occasione del vertice dei leader sul clima” di oggi.