Haiti. Gruppi armati hanno preso d’assalto la più grande prigione del paese

di Alberto Galvi –

La più grande prigione di Haiti è stata presa d’assalto da gruppi armati che hanno sfidato le forze di polizia con di colpi di arma da fuoco in alcune parti della capitale. Nel frattempo un importante leader di una banda ha cercato di rovesciare il primo ministro Ariel Henry. Gli ultimi attacchi sono stati effettuati da bande riunite sotto l’etichetta Vivre Ensemble (Vivere insieme).
Il primo ministro Henry è in Kenya per salvare una proposta di missione di sicurezza ad Haiti che sarà guidata dal paese africano e sostenuta dalle Nazioni Unite. Henry, salito al potere dopo l’assassinio dell’ultimo presidente del paese Jovenel Moïse nel 2021, si era precedentemente impegnato a dimettersi entro l’inizio di febbraio.
Intanto due dei principali sindacati di polizia del paese caraibico hanno chiesto assistenza per impedire ai detenuti, molti considerati criminali di alto profilo, di fuggire dal penitenziario nazionale di Port-Au-Prince. Non è chiaro quanti siano fuggiti dal carcere. Alcuni detenuti erano riluttanti a lasciare le strutture in massa per paura di essere uccisi nel fuoco incrociato. Il penitenziario, costruito per contenere 700 prigionieri, ne conteneva 3.687.
Negli ultimi giorni, pesanti colpi di arma da fuoco hanno causato il panico dopo gli appelli del leader della banda Jimmy Cherizier, un ex agente di polizia, affinché i gruppi criminali si unissero e rovesciassero Henry. Cherizier è a capo di un’alleanza di bande criminali e deve affrontare le sanzioni dell’ONU e degli Stati Uniti.
L’attacco alla prigione fa seguito alle notizie secondo cui uomini armati avevano tentato di prendere il controllo del principale porto container della capitale, causando interruzioni del traffico, e bande minacciavano di attaccare altre stazioni di polizia della città.
Questa settimana Cherizier ha avvertito la gente del posto di impedire ai bambini di andare a scuola per “evitare danni collaterali” visto il pericolo delle violenze. In seguito ha affermato che la sicurezza deve essere prima ristabilita per garantire elezioni parlamentari e presidenziali libere ed eque, che non si tengono da quasi un decennio.