Il calcio come strumento per l’ascesa saudita

di Fabrizio Belfiori

I club arabi hanno sorpreso milioni di tifosi di calcio per l’ingente e aggressiva campagna acquisti di calciatori. Le stelle del calcio iniziano a rifiutare i club europei per recarsi nella penisola araba. L’utilizzo del fondo sovrano da parte della monarchia per schivare le accuse di violazione dei diritti umani e per imporre la propria visione nel mondo arabo.

Il calciomercato è quella parte dell’anno che inizia subito dopo la fine dei campionati europei per finire i primi giorni di settembre. Milioni di tifosi passano l’estate attaccati al proprio smartphone ad aspettare qualche nuova novella per la propria squadra. Sono giorni in cui compravendite milionari di calciatori muovono un indotto per tutto il sistema calcio di svariati miliardi. Dall’inizio dell’estate le squadre del campionato arabo hanno iniziato una campagna acquisti senza precedenti e impensabile fino a pochi anni fa. Campioni affermati come Neymar, Milinkovic-Savic, Benzema (ultimo pallone d’oro), Koulibaly, Firmino, Malcom hanno firmato preziosissimi contratti in un campionato sostanzialmente sconosciuto al pubblico mondiale.
Le squadre della Saudi League sono passate dallo spendere 43,78 milioni di euro della stagione 21-22 agli 803,79 milioni di euro della campagna acquisti ancora in corso (1). Dato significativo considerando che i club di Serie A hanno finora speso meno, 750,31 milioni di euro (2), sinonimo per le compagini saudite di un potere economico oramai affermato. L’emigrazione dei campioni europei verso la penisola araba è iniziata il 30 dicembre 2022 quando Cristiano Ronaldo, pluripremiato attaccante lasciò il Manchester United per approdare all’al-Nasr accaparrandosi uno stipendio di 200 milioni di euro a stagione per due anni e mezzo. Tuttavia, non tutti i giocatori hanno accettato le laute offerte saudite. Il campione del Paris Saint German, Kylian Mbappe, ha rifiutato di incontrare gli sherpa dell’al-Hilal, uno dei club più importanti del campionato, tranciando la trattativa sul nascere. Stesso destino hanno avuto le negoziazioni per portare in Arabia Saudita Luka Modric, Toni Kroos, e Robert Lewandoski.
Le mire saudite non si fermano solo al calcio. La LIV Golf è un tour professionistico creato nel 2021 e finanziato completamente dal fondo sovrano saudita entrato in competizione col PGA Tour, la più antica e prestigiosa competizione golfistica. La LIV è stata paragonata al tentativo di creare una “superlega” dei giocatori di golf (3). Poi a inizio anno si sono diffusi rumors di una acquisizione del campionato automobilistico di Formula 1, poi smentita dal ministro allo Sport Abdulaziz bin Turki al-Saud (4). Rumors di un possibile interesse saudita sono ricadute anche sulla NBA, la massima competizione di pallacanestro al mondo. Attualmente la lega statunitense concede ai fondi governativi esteri di comprare solo una piccola quota di una squadra, come accaduto recentemente ai Washington Wizards detenuti ora al 5% dal fondo di investimento qatarino (5).
Ma quindi a che livello di competitività sono arrivate le squadre di calcio saudite? Benché sia impossibile paragonarle con una squadra di livello europeo senza vedere il rendimento in una partita ufficiale possiamo fare alcuni paragoni. Il valore della rosa dell’Ittihad club, campione in carica della Saudi League, si attesta a 118,93 milioni di euro secondo il sito tedesco Transfermarkt, noto agli addetti ai lavori per i suoi dati economici sul calcio. Ebbene, il club di Gedda si classificherebbe al tredicesimo posto in una virtuale classifica di Serie A basata sul valore delle rispettive rose, superando club nostrani come Genoa, Lecce e Salernitana. Se prendessimo invece il campionato europeo più blasonato e ambito, quello inglese della Premier League, l’Ittihad Club lotterebbe virtualmente per non retrocedere posizionandosi al terz’ultimo posto.
La suggestione di vedere una squadra saudita calcare il prato degli stati europei è tutt’altro che irrisoria. Un’indiscrezione pubblicata dal Corriere dello sport e ripresa dai giornali sportivi di tutto il mondo vedrebbe la federazione calcistica dell’Arabia Saudita a lavoro con la UEFA per permettere alla vincitrice della Saudi League di ottenere una wild card e giocare in Champions League. Una concessione importante e probabilmente unica se si considera che l’Arabia Saudita fa parte dell’AFC, la confederazione calcistica asiatica e non nella UEFA, la federazione europea.
Nel mentre la FIFA sembra rimanere in silenzio. Ma si considerano le dichiarazioni del presidente, Gianni Infantino, prima dell’inizio del Mondiale 2022 in Qatar, è possibile avere un’idea di massima di quali possano essere le intenzioni della federazione. In quella occasione, Infantino criticò le accuse provenienti dai paesi occidentale di violazione dei diritti umani messe in atto dal Qatar. “Visto quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3mila anni dovremmo scusarci per i prossimi 3mila anni prima di iniziare a dare lezioni morali” e ancora “Le riforme e i cambiamenti richiedono tempo. Nei nostri paesi europei ci sono voluti centinaia di anni. Ci vuole tempo dappertutto, l’unico modo per ottenere risultati è impegnarsi… non gridare” (6).
Ci sono diversi motivi per cui il governo Saudita ha iniziato ad investire pesantemente nel mondo del calcio e in altri sport. Innanzitutto, per migliorare la propria immagine internazionale nascondendo, come nel caso del Qatar, le numerose violazioni dei diritti umani. Usando un inglesismo, un tentativo di Sportswashing. In seconda battuta, si vuole rallentare la rapida ascesa internazionale del vicino Stato del Qatar, ultimo organizzatore del mondiale di calcio e detentore del più importante media del mondo arabo, al-Jazeera. Infine, per lanciare l’utopistico programma governativo “Arabia Vision 2030” ed accaparrarsi altri importanti eventi internazionali, come Expo 2030. A competere con Riyad nell’ospitare l’esposizione universale, oltre a Busan in Corea del Sud, vi è Roma, che ha recentemente ingaggiato l’attore Russel Crowe proprio per rilanciare la bellezza della città eterna e l’importanza della tutela dei diritti umani (7).
L’incredibile liquidità a disposizione viene elargita dal PIF (Public Investment Fund) il fondo sovrano gestito direttamente dalla monarchia Saudita, che ha comprato importanti quote di alcuni club della Saudi League. Il fondo venne creato nel 1971 dal re Faisal bin Abdulaziz al-Saud con lo scopo di sostenere la creazione di aziende pubbliche nel territorio della penisola araba. Il PIF venne rifondato nel 2015 con maggiore autonomia e posto sotto diretto controllo governativo e del primo ministro Mohammad bin Salman al-Saud. Con 776 miliardi di dollari di asset in gestione, 181mila posti di lavori creati e un rendimento garantito per gli investitori pari all’8%, il PIF è diventato uno dei fulcri della politica estera ed economica del paese (8). Gli investimenti vengono differenziati in 13 settori strategici molto eterogenei. Si va dal Real estate all’automotive, dal Food and agricolture ai servizi finanziari. Solo nella società trasportistica Statunitense Uber, sono stati investiti 5 miliardi di dollari. Il primo investimento nel calcio è stato ultimato ad ottobre 2021 con l’acquisizione del Newcastle, club inglese, che in una sola stagione viene portato dalla zona retrocessione della Premier League alla qualificazione in Champions League.
Il PIF è anche il motore trainante dell’Arabia Vision 2030, il programma sociale ed economico della corona saudita per diversificare la propria economia e diminuire la dipendenza dal petrolio. Obiettivo geopolitico del programma è quello di garantirsi un ruolo egemone nel mondo arabo e ottenere a livello mondiale il riconoscimento di snodo delle relazioni tra mondo europeo, asiatico e africano.

Note:
1 – Spese ed entrate nel campionato arabo in ogni stagione.
2 – Spese ed entrate nel campionato di Serie A in ogni stagione.
3 – Articolo della CBC “The Super League of golf, explained”.
4 – Articolo de “The Athletic” “Report of $20 billion Saudi bid to buy F1 was ‘speculation’: Sports minister”.
5 – Articolo di Forbes “Saudi Arabia Challenge To The NBA Could Be Closer Than Expected”.
6 – Articolo di Sky News sulle dichiarazioni di Infantino.
7 – Video dal profilo ufficiale di Expo 2030 Roma sulla piattaforma X.
8 – Annual report 2022 del PIF.