Russia. Kim giunto a Vladivostok per incontrare Putin

La farsa delle sanzioni, il mondo multipolare. E all’occidente resta solo Zelensky.

di Enrico Oliari

Il treno blindato del presidente nordcoreano Kim Jong-un è giunto a Vladivostok, nella confinante Russia. L’occasione è il Forum economico dell’oriente, che vede invitati oltre 4mila tra rappresentanti di Stato e diplomatici, ma gli occhi del mondo sono sull’incontro del leader nordcoreano con il presidente russo Vladimir Putin, che dovrebbe tenersi domani in una località non ancora resa nota.
Un vertice che preoccupa soprattutto Washington, tanto’è che il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha ribadito che “qualsiasi trasferimento di armi dalla Corea del Nord alla Russia viola le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, aggiungendo che gli Stati Uniti “non esiteranno a imporre nuove sanzioni”.
In realtà non sono certo le sanzioni a fare impressione a Kim e a Putin, a capo di paesi già strasanzionati, per cui i due quasi certamente discuteranno di cooperazione militare e della reciproca compravendita di armi e di satelliti spia, nonché della fornitura di generi alimentari e di energia alla Corea del Nord.
Tant’è che il presidente nordcoreano sarebbe accompagnato dal capo dell’Esercito popolare Ri Pyong-chol e dal vicecapo Pak Jong-chon, dal direttore dell’industria bellica Jo Chun-ryong, dal presidente del comitato per la scienza e la tecnologia spaziale Pak Thae-song e dall’ammiraglio della Marina Kim Myong Sik.
La delegazione nordcoreana punterà anche a far cadere almeno una parte delle sanzioni del Consiglio di sicurezza Onu grazie al veto che può esercitare la Russia.
Per quanto riguarda gli armamenti, na sottolineata la recente visita del ministro degli Esteri russo Sergei Shoigu in Corea del Nord per l’acquisto di munizioni da artiglieria da impiegare nel conflitto ucraino, mentre Pyongyang punta all’aiuto russo per lo sviluppo della tecnologia spaziale, ma anche all’acquisto di sottomarini con capacità missilistiche.
La guerra ucraina, partita con la decisione della Nato del 2008 di inglobare Ucraina e Georgia, ha reso il mondo multipolare, e tra Brics+, creazione di nuovi corridoi energetici, colpi di Stato in Africa occidentale e oggi apertura alla Corea del Nord, ad essere in sofferenza è l’occidente, che si trova solo con il cerino Zelensky in mano.