Il Libano sempre più sotto pressione per la crisi siriana: nuovo attentato, ucciso Mohammed Shattah

di Fabrizio Montagner

attentato beirut grande 2Si parla di 8 morti e di una settantina di feriti per l’attentato di oggi a Beirut, in Libano, dove un ordigno è esploso in piazza Starco, nel pieno centro tursitico-finanziario della città: obiettivo dell’attentato sarebbe stato Mohammed Shattah del partito al-Mustaqbal, stretto collaboratore dell’ex Primo ministro Fouad Siniora, ex ministro delle Finanze, ambasciatore libanese negli Stati Uniti e figlio di anch’egli premier ucciso nel 2005.
Shattah si stava dirigendo in auto ad una riunione della fazione libanese ostile al presidente siriano Bashar al-Assad, in antitesi quindi al movimento sciita degli Hezbollah, il quale combatte in Siria a fianco dell’esercito di Damasco: la deflagrazione è stata potentissima, con schegge che sono arrivate ad oltre 500 metri dal punto dell’esplosione; poco prima di morire Sattah aveva twittato che “Hezbollah sta realizzando la stessa strategia del regime siriano: vuole far tornare la situazione in Libano come quando era sotto il dominio di Damasco”.
La crisi siriana si manifesta nel confinante Libano sia con scontri specialmente a Tripoli, sia con una lunga catena di attentati: lo scorso 4 dicembre le Brigate dei sunniti liberi di Baalbeck, gruppo jihadista attivo nel conflitto siriano, ha rivendicato l’uccisione a Beirut di un dirigente di Hezbollah, Hassan al-Lakiss. Mentre il 19 novembre in un duplice attacco suicida contro l’ambasciata iraniana erano rimaste uccise 23 persone e 150 ferite.
Attentati vi sono stati anche il 9 luglio verso la roccaforte degli Hezbollah e il 15 agosto dove un’autobomba ha ucciso una ventina di persone; eclatante l’attentato dell’ottobre 2012, in cui era rimasto ucciso il generale Wissam al-Hassan, capo del servizio d’informazione della polizia libanese, considerato vicino a Saad Hariri, leader dell’opposizione libanese ostile al regime siriano di Bashar al-Assad. Secondo il politico cristiano maronita Sami Gemayel, leader del partito delle Falangi Libanesi, “Wissam al-Hassan è stato ucciso perché aveva arrestato Michel Samaha, l’ex ministro dell’Informazione vicino al presidente della Siria fermato in quanto stava progettando una serie di attacchi dinamitardi in Libano.
Oggi sul posto dell’ultimo attentato è arrivato il ministro dell’Interno libanese, Marwaw Sherbil, il quale ha affermato di “Non volere parlare di politica, ma posso dire che l’unica strada è andare al dialogo e trovare una soluzione politica”.
Il premier dimissionario Najib Mikati ha convocato una riunione urgente del Consiglio di sicurezza.