India. La “strage” di bambini nell’ospedale dell’Uttar Pradesh

di C. Alessandro Mauceri

63 bambini morti in poche ore ad agosto, oltre 250 nello stesso mese, dall’inizio dell’anno. Tutti deceduti in un unico ospedale dell’Uttar Pradesh, lo Stato più popoloso dell’India.
Secondo alcune fonti il numero dei decessi ha avuto un’impennata dopo la decisione di un’zienda di non fornire più bombole di ossigeno all’ospedale pubblico Baba Raghav Das Medical College di Gorakhpur, città dove è “chief minister” (governatore) Yogi Adityanath, esponente del partito di centro-destra Bjp e vicino al primo ministro dell’India, Narendra Modi. L’assenza di qualsiasi servizio alternativo (l’amministrazione dell’ospedale non ha di fatto disposto alcun piano di emergenza) e le condizioni climatiche hanno aggravato la situazione già al limite. Un medico addetto al reparto di pediatria che si occupa di encefalite ha dichiarato a Ndtv che la situazione potrebbe peggiorare a causa delle piogge e delle inondazioni: “Stiamo ricevendo molti pazienti da Uttar Pradesh orientale, Bihar e Nepal che sono stati colpiti da una forte ondata di maltempo legata al monsone stagionale, e questo porta ad un possibile aumento del numero dei decessi”.
Nella regione è in atto una vera e propria epidemia di encefalite, una delle malattia legate all’acqua tanto diffuse nel mondo ma di cui si parla troppo poco (se ne è parlato nel libro Guerra all’Acqua ed. Rosenberg e Sellier). Questa malattia, causata da un virus trasmesso dalle zanzare, ha effetti collaterali che richiedono il ricorso all’ossigenoterapia. In pochi giorni, anche a causa del peggiorare delle condizioni climatiche, sono stati ricoverati centinaia di pazienti affetti da encefalite (200 di loro erano bambini con meno di 12 anni). Gli impianti per l’ossigeno in dotazione all’ospedale sono inutilizzabili dopo la decisione di sospendere le forniture pare a causa dei mancati pagamenti delle forniture precedenti. L’Uttar Pradesh è lo stato più popoloso dell’India ma anche una delle regioni più povere.
Sri Kishan Gupta, uno dei genitori che ha perso il proprio bambino per assenza di terapie adeguate, ha detto a Ndtv che il “Baba Raghav Das Medical College non è un centro medico ma un mattatoio”. I funzionari del Baba Raghav Das hanno imputato alla malattia la morte di un così elevato numero di bambini e non alla carenza di ossigeno. Il problema è che finora il numero di decessi infantili legati a questa malattia era di pochi casi al mese. Un numero così elevato come dall’inizio del 2017 non si era mai verificato prima. La vicenda è stata commentata anche dal premio Nobel per la Pace, Kailash Satyarthi: “Non si tratta di una tragedia, ma di un massacro. È questo – si è chiesto ironicamente – quello che per i nostri figli significano 70 anni di indipendenza che celebreremo il 15 agosto?”.
Il ministro della Sanità indiano, Jagat Prakash Nadda, ha visitato all’ospedale insieme al governatore Yogi Adityanath che ha annunciato di aver ordinato una accurata inchiesta e ha promesso “pesanti pene per coloro che saranno riconosciuti responsabili dell’accaduto”. “Sapremo se sia stato a causa di una carenza di ossigeno oppure perché i bambini non sono stati curati adeguatamente e i responsabili saranno puniti”, ha dichiarato. Della vicenda si sta occupando la magistratura, mentre il mondo politico e i media indiani sono in subbuglio. Uno dei magistrati, Rajeev Rautela, ha dichiarato, durante una conferenza stampa, che è stata istituita una commissione d’inchiesta per accertare le cause esatte delle morti ed è stato chiesto di presentare la sua relazione entro pochi giorni. Ha anche promesso che saranno intraprese azioni contro i responsabili.
Fare chiarezza potrebbe non essere facile specie dopo che lo stesso Rajiv Rautela (appoggiato da alcuni esponenti dell’opposizione) ha dichiarato che bambini non sarebbero morti per mancanza di ossigeno ma “per cause naturali”. La vicenda ha assunto un tono politico dopo che il primo ministro Uttar Pradesh Yogi Adityanath che ha detto che le persone erano così irresponsabili che avevano abbandonato di prendersi cura dei propri figli e li avevano “lasciati alla cura del governo”. “Ci sono rifiuti dappertutto, non abbiamo senso civico, non vogliamo ripulire, crediamo che solo i comuni, le corporazioni e il governo siano responsabili della pulizia… è quasi come se siamo liberi di tutte le responsabilità. Temo che verrà un giorno quando i loro figli, quando avranno uno o due anni, saranno lasciati alla cura del governo e sarebbe responsabilità del governo a prendersi cura di loro”. La dichiarazione, rilasciata lo stesso giorno che Singh, direttrice del Baba Raghav Das Medical College di Gorakhpur, ha reso il numero spaventoso dei decessi (213 morti nell’ICU neo-natale e 77 nel reparto encefalite) ha scatenato la reazione dell’opposizione che ha chiesto le dimissioni di Yogi, descrivendo le sue osservazioni sui genitori che abbandonano i bambini “vergognose”. Uno dei più accesi oppositori, Yadav, ha dichiarato su Twitter: “Alle famiglie dei morti sono spariti i corpi, non hanno fatto nemmeno le autopsie … estremamente sfortunati”.
Intanto sono state fatti arrivare 50 cilindri di ossigeno dal vicino quartiere di Sant Kabir Nagar e altri 100 o 150 arriveranno presto. Assolutamente insufficienti per far fronte al numero di bambini che presentano problemi respiratori.