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Il vice comandante dei Pasdaran iraniani (Guardiani della Rivoluzione), Hussein Salami, ha risposto oggi all’iniziativa francese contro i test missilistici iraniani di chiedere un intervento Ue invitando sostanzialmente a non immischiarsi nella cosa e avvertendo che in caso contrario “considereremo anche noi gli europei come una minaccia e procederemo di conseguenza”.
Lo scorso 22 ottobre la portavoce del ministero degli Esteri francese, Agnes Romatet-Espagne, aveva infatti fatto sapere che “La Francia è preoccupata del ritmo con cui prosegue il programma missilistico iraniano, che non rispetta la Risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza Onu ed è fonte di destabilizzazione e insicurezza nella regione”. “La Francia – aveva aggiunto – desidera esaminare tutte le opzioni diplomatiche: un dialogo politico franco e intransigente con l’Iran, indagini del segretariato generale dell’Onu, se necessarie, nuove sanzioni europee a organizzazioni o individui iraniani coinvolti nel programma sui missili balistici ed infine, l’apertura di un negoziato su questo soggetto”.
Dietro la presa di posizione francese c’è quella di Donald Trump, che ha già dichiarato di voler annichilire l’accordo sul nucleare iraniano del 2015, anche perché veniva chiesto all’Iran di non intraprendere alcuna attività relativa alla produzione di missili balistici in grado di trasportare testate nucleari.
In settembre i militari iraniani avevano testato con successo un missile a lunga gittata (2mila chilometri) “Khorramshahr”, tra l’altro mostrato in occasione di una parata militare, per quanto non necessariamente destinato a portare testate atomiche.
Dopo la richiesta di Romatet-Espagne la Pesc Federica Mogherini aveva comunque precisato che con i ministri degli Esteri dell’Ue “non abbiamo discusso, né oggi, né la scorsa settimana e non prevedo nessuna discussione neanche in futuro su ulteriori sanzioni all’Iran da parte dell’Ue”.
