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L’allentamento provvisorio delle sanzioni internazionali all’Iran dopo l’accettazione del compromesso sul programma nucleare dello scorso 20 gennaio, sta portando ad una graduale riapertura delle prospettive di mercato della Repubblica Islamica: l’India infatti si è oggi detta pronta ad acquistare petrolio dall’Iran per un corrispettivo di 1,65 miliardi di dollari in tre mesi e disponibile a scongelare altri 4,2 miliardi di pagamenti per forniture di petrolio iraniano bloccati a New Delhi. Per dare via all’operazione Nuova Delhi sta aspettando il via libera della comunità internazionale.
Fino ad oggi Teheran ha rispettato quanto stabilito nell’incontro di Ginevra con il 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gb + Germania), riducendo la riserva di uranio del 75% e non arricchendo quello utilizzato oltre il 5%.
Nonostante nel paese mediorientale si respiri un clima di ottimismo, è scattata in queste ore la corsa al carburante da parte degli automobilisti in vista dell’imminente seconda fase della riforma dei sussidi e dei prezzi calmierati. La prima era stata portata a termine nel 2010 dall’allora presidente Mahmud Ahmadinejad e prevede un taglio alla quota di 60 litri al mese di carburante calmierato per automobilista, ma si teme anche un consistente aumento della benzina e del gasolio eccedente la quota. In sei anni il prezzo dei carburanti in Iran è aumentato di otto volte.
Il capo dell’Unione dei distributori di benzina, Mohammadreza Bijan Haj, ha segnalato che “la gente sta stivando carburanti in contenitori non-standard”.