IRAN. Ong, ‘aumentano esecuzioni e processi sommari’

Adnkronos/Aki, 10 ott 12 –

In occasione della giornata mondiale contro la pena di morte, Iran Human Rights Italia Onlus esorta le autorita’ italiane e internazionali e la comunita’ degli attivisti per i diritti umani a porre la necessaria attenzione alla drammatica situazione nella Repubblica Islamica, dove l’uso della pena capitale non accenna a diminuire. Come documentato dal rapporto 2011 sulla pena di morte in Iran di Ihr, l’80% delle 676 vittime di esecuzione e’ stato condannato per reati connessi al traffico di droga, ma nella grande maggioranza dei casi la scarsa trasparenza dei processi non ha consentito di verificare la fondatezza delle accuse e solo nel 9% dei casi i prigionieri messi a morte sono stati identificabili con nome e cognome. Ihr Italia fa proprie, in questa giornata, le parole degli esperti Onu, sottolineando che nella maggioranza dei casi le impiccagioni che avvengono quotidianamente in Iran sono esecuzioni arbitrarie, frutto di processi sommari, di accuse non verificabili, di pene comminate per reati la cui entita’ non dovrebbe comportare la pena di morte, anche in presenza di una colpa riconosciuta e verificabile. Al tempo stesso anche la prassi delle esecuzioni in pubblico e’ in preoccupante aumento, in Iran, segnale questo di un uso politico della pena di morte sempre piu’ spregiudicato da parte del regime iraniano, che adopera le impiccagioni in piazza come strumento di propaganda del terrore allo scopo di aumentare il suo controllo sociale. E’ inoltre noto che la pena di morte viene applicata con particolare crudelta’ e sistematicita’ contro prigionieri (politici e non) membri delle minoranze etniche che vivono in territorio iraniano: curdi, arabi ahwazi, afgani.