Iraq. Confermata la vittoria di sadristi e comunisti

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I risultati delle elezioni del 12 maggio in Iraq, arrivati oggi all’ufficializzazione da parte della Commissione elettorale, indicano la vittoria della coalizione Sairoun (“Camminiamo insieme”, 54 seggi su 329), formata dai sadristi del leader politico e religioso Moqtada al-Sadr e dal Partito comunista iracheno.
Seconda è arrivata Fatah (47 seggi), la coalizione di milizie sciite filo-iraniane guidate da Hadi al-Amiri e addestrate dalle Guardie Rivoluzionarie del generale Qasem Suleimani, mentre solo terza è arrivata la coalizione Nasr (“Vittoria”, 42 seggi) del premier Haider al-Abadi, nonostante questi sia stato dato fino all’ultimo come vincitore, specie dopo la sconfitta dello Stato Islamico.
A seguire Dawlat al-Qanun, guidata dall’ex primo ministro iracheno Nuri al-Maliki (26 seggi) e il Partito Democratico del Kurdistan (25 seggi).
La formazione di un nuovo governo, che dovrà avvalersi di almeno 165 seggi, dovrà per forza di cose interessare forze simili ma distanti, e le popolazioni sunnite, quelle che in rivolta contro il governo centrale sciita hanno accettato di fare parte dello Stato Islamico, non vedono un futuro di cambiamenti dal momento che Moqtada al-Sadr è un chierico sciita, le milizie di Hadi al-Amiri sono sciite ed anche Haider al-Abadi è sciita ed espressione di un governo sciita. Moqtada al-Sadr, notoriamente anti-Usa, non potrà essere premier in quanto non era candidato, ma di certo potrà far pesare la sua voce qualunque sia la compagine governativa che uscirà dagli accordi. Potrebbe ad esempio fare pressioni per allontanare i militari statunitensi dall’Iraq.
Confermata anche la bassa affluenza alle urne, che è stata del 44,5%.