Iraq. Elezioni locali senza incidenti

di Nicola Comparato

Secondo la Commissione elettorale, l’affluenza alle elezioni provinciali in Iraq mostra notevoli disparità regionali. La provincia di Kirkuk ha segnato la percentuale più elevata, con un significativo 66%, seguita da Saladin, a nord di Baghdad, e Anbar, a ovest, che hanno registrato rispettivamente il 59% e il 57%. Al contrario, le province a maggioranza sciita nell’Iraq meridionale e centrale, insieme alla capitale Baghdad, hanno segnato affluenze più basse.
Questi risultati riflettono la complessità delle dinamiche regionali e settarie nel contesto delle elezioni. Le province settentrionali, compresa la contestata Kirkuk, hanno manifestato un notevole interesse nel processo elettorale. In particolare, l’Unione patriottica del Kurdistan ha ottenuto il maggior numero di voti a Kirkuk, aggiungendo ulteriore risonanza a questa regione a lungo contesa.
Le differenze di affluenza evidenziano le sfide e le dinamiche politiche uniche che caratterizzano le varie regioni dell’Iraq. Con 17 milioni di elettori che si sono recati ai seggi in 7.166 centri di voto, la partecipazione è stata un elemento cruciale in un contesto politico complesso. Con 6.000 candidati in competizione per 285 seggi, il panorama elettorale riflette la diversità di opinioni e aspirazioni della popolazione irachena.
La vera notizia sul piano internazionale di queste elezioni locali è stata l’assenza di violenze, nel primo voto dopo 10 anni a causa della guerra.
Il noto e influente sciita Moqtada al-Sadr ha ritirato il proprio partito quale protesta per l’ostruzione degli altri partiti ad accettare un governo da lui formato.