Iraq. In corso l’offensiva su Mosul: diserzioni fra i jihadisti. I peshmerga a 7 km. dalla periferia

di Enrico Oliari –

iraq forze entrano a fallujah grandeL’esercito iracheno ha investito con la sua offensiva le linee della difesa Isis a Mosul, uno slancio che ha permesso alla 35ma, alla 36ma e alla nona brigata di prendere già sette villaggi dell’hinterland di quella che è la seconda città del paese.
Con i militari iracheni combattono i peshmerga curdi e le milizie sciite, una forza d’impatto consistente che ha già demolito la linea più esterna del perimetro difensivo messo in piedi dai jihadisti e da quegli abitanti che combattono con loro.
Portandosi a soli 18 chilometri da Mosul, Notizie Geopolitiche ha potuto infatti verificare l’adesione spontanea delle popolazioni sunniti allo Stato Islamico ed il generale peshmerga Atu Zibari ha spiegato al nostro giornale che “…Ad esempio un villaggio presso il ponte di Hadith, che si chiama Hassan Shami, è formato da una maggioranza islamico-sunnita, e la popolazione ha combattuto contro di noi. Sono rimasti uccisi più di cento abitanti. Per questo temo che Mosul sia difficile da riprendere” (vedi). Tant’è che nel 2014 a Mosul erano entrai 300 jihadisti, in una realtà urbanistica grande come Milano, e cosa non diversa è stata per Fallujah e le altre realtà urbane riprese dai militari iracheni.
Il premier iracheno al-Abadi si è rivolto con un messaggio televisivo agli abitanti anche per rassicurare sul rischio di eventuali vendette da parte degli sciiti: “Assicureremo la vostra dignità – ha detto al-Abadi – . Queste forze che vi stanno liberando oggi hanno un obiettivo a Mosul, che è quello di cacciare Daesh e assicurare la vostra dignità”. “Dio volendo, vinceremo”, ha aggiunto.
Mentre l’esercito e i loro alleati avanzano, l’aviazione irachena e quella della coalizione internazionale stanno bersagliando le posizioni dei jihadisti attorno alla città; reparti dei militari si stanno addentrando nella zona di Baashiqa, probabilmente incontrando meno resistenza di quanto si aspettavano dal momento che, come ha riferito la tv panarabaa fronte isis peshmerga fuori3al-Jazeera, tra le fila dei jihadisti si sono contate molte diserzioni. Per al-Jazeera sarebbero 8mila i combattenti dello Stato Islamico, molti di meno di quanto si era preventivato. Fonti militari hanno riferito che diversi jihadisti si sono ritirati unendosi alle famiglie in fuga verso la Siria, e che “Gli elementi di Daesh hanno iniziato a radersi la barba e togliersi le divise afgane”.
Tre autobombe che si trovavano in una torre per le comunicazioni sono state distrutte sulla via per al-Jazer, sei jihadisti sono stati uccisi.
I villaggi presi sono perlopiù nella zona di al-Jazer e di al-Hamdaniya: al-Hud con i suoi pozzi di petrolio, Batenaya, dove ancora si combatte, Shaquli, Teryala, Baskeratan, Jeraba Sultan, ne Basejra, Sheij Amir, Beda al Kjubra, Bedna al Sugra e Keberli.
Secondo le autorità irachene i jihadisti rimasti intendono combattere fino all’ultimo e potrebbero ricorre ad armi chimiche ed incendiare i pozzi di petrolio, o arrivare a servirsi dei depositi di biossido di zolfo presenti a Sharqat facendo reagire il prodotto con l’ossigeno e il vapore acqueo nell’aria per formare acido solforico e avvelenare le risorse idriche. I sei ponti sul Tigri sono già stati minati.
I peshmerga curdi sono arrivati a 7 chilometri dalla periferia di Mosul, ma il consigliere per i media del presidente Massud Barzani, Kifah Mahmud Karim, ha fatto sapere che i militari curdi non entreranno in città, cosa che è affidata alla 16ma divisione dell’esercito e alla polizia federale.
Dopo la polemica per l’insistenza di Ankara di partecipare con i militari turchi, presenti sul territorio iracheno nonostante le proteste di Baghdad, alla presa di Mosul, il comando iracheno ha riportato che “Non c’è attualmente partecipazione all’operazione da parte dell’esercito turco, ma gli sviluppi vengono osservati molto di vicino”.