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La Corte suprema di Tel Aviv ha ridotto da sei anni a 18 mesi la pena ma ha comunque condannato in modo definitivo l’ex premier Ehud Olmert, per quello che è il più grave scandalo di corruzione politica che Israele ricordi. Olmert è stato ritenuto colpevole di aver intascato una tangente da 150mila euro nel 2009 in occasione della costruzione dell’Holyland, un ecomostro situato nella periferia di Gerusalemme.
Con l’ex premier, che a suo tempo si era dimesso lasciando il campo a Benjamin Netanyahu, sono stati condannati diversi imprenditori.
Fino all’ultimo Olmert si è proclamato innocente, affermando che “non ho mai preso uno shekel, gli ultimi anni sono stati difficili per questa nube nera sulla mia vita, su ogni giorno, su ogni ora, e anche su mia moglie e sui miei cinque figli e sui miei undici nipoti. Mi è stata messa una pietra sul cuore”.
La pena avrà inizio il 15 febbraio e non è ancora chiaro se si tratterà di carcere, arresti domiciliari o servizi sociali: su di lui pende un altro processo, sempre per corruzione, dove è già stata chiesta la condanna a otto anni.
Moshe Katsav, ex capo dello Stato, è stato condannato nel 2011 per ripetuti abusi sessuali e in un caso di stupro quando era ministro del Turismo: oggi è in carcere per scontare una pena di sette anni ridotta a cinque. In carcere non ha diritto a indossare abiti civili, non può vedere la tv, né leggere giornali.
