Israele. Palestinesi: esistere e resistere nella letteratura e nella poesia

di Shorsh Surme –

Quando nel 1948 fu fondato lo Stato di Israele, non tutti i palestinesi divennero rifugiati: alcuni rimasero e presto ottennero la cittadinanza. Coloro che rimasero tuttavia furono relegati in uno status di seconda classe in un contesto controllato da un regime militare che ne limitò i movimenti e l’espressione politica. Per due decenni i cittadini palestinesi di Israele vennero stati tagliati fuori da amici e parenti dall’altra parte della Linea Verde, così come dal più ampio mondo arabo. Eppure non rimasero passivi di fronte a questo profondo isolamento.
Intellettuali palestinesi, organizzatori di partiti e produttori culturali in Israele si sono rivolti alla parola scritta. Attraverso scrittori come Mahmoud Darwish e Samih al-Qasim la poesia, il giornalismo, la narrativa e la saggistica divennero allo stesso tempo luoghi di resistenza e di connessione. Maha Nassar in un suo libro ha esaminato la loro famosa poesia e scoperto opere in prosa in gran parte trascurate. Gli scritti dei palestinesi in Israele hanno svolto un ruolo chiave nel promuovere una coscienza nazionale condivisa e sarebbero diventati un mezzo centrale per allertare gli arabi della regione sulle condizioni e sulla sfida di questi palestinesi isolati.
Brothers Apart è stato il primo libro a rivelare come gli intellettuali palestinesi avessero forgiato connessioni transnazionali attraverso testi scritti e si fossero impegnati con i movimenti di decolonizzazione contemporanei in tutto il mondo arabo, sfidando sia le politiche israeliane che il loro stesso isolamento culturale. Maha Nassar ha riesaminato questi intellettuali come soggetti, non oggetti, della loro stessa storia e ha dato vita alle loro prospettive su un ambiente politico difficile. Le sue letture non solo hanno deprovincializzato i palestinesi di Israele, ma li hanno riscritti nella storia palestinese, araba e globale.