Jammu e Kashmir. Il governo Modi viene contestato a elezioni del DDC ancora in corso

di Alberto Galvi

Si stanno tenendo in Jammu e Kashmir le prime elezioni del DDC (District Development Councils) dall’abrogazione dello status speciale concesso il 5 agosto 2019 dal governo indiano all’ex Stato ai sensi dell’articolo 370. Le elezioni si svolgono in otto fasi che sono iniziate il 28 novembre e finiranno il 19 dicembre. I risultati saranno dichiarati il ​​22 dicembre. Nel frattempo durante lo svolgimento delle elezioni si applicano le linee guida del Covid-19. La Commissione elettorale sta fornendo disinfettanti e maschere per il viso a coloro che dimenticano di portare i propri. 
Il BJP (Bharatiya Janata Party) vuole vincere a tutti i costi queste elezioni, sapendo molto bene che l’elezione del DDC è un verdetto sul governo di Narendra Modi a seguito della sua decisione ai sensi dell’articolo 370. Vincere le elezioni del DDC rappresenta un’opportunità sia nazionale che internazionale per Modi e per il BJP, rivendicando le sue decisioni dopo il 5 agosto 2019.
La posta in gioco in queste elezioni è molto alta anche a livello nazionale, il partito nazionalista indù BJP del primo ministro Narendra Modi, sta partecipando alle elezioni del DDC scaglionate in otto fasi in una regione con una profonda sfiducia nei confronti dell’India. Ci sono 280 seggi DDC nel territorio sindacale, 140 ciascuno nelle regioni di Jammu e Kashmir, mentre 14 collegi elettorali sono stati assegnati in ciascuno dei 20 distretti del territorio sindacale. Inoltre durante le elezioni per i DDC si eleggono i posti vacanti del sarpanch (capo villaggio) e dei panch (commissari). Le elezioni suppletive avranno luogo nei 12.153 collegi elettorali panchayat, di cui 11.814 si trovano nella valle del Kashmir e gli altri 339 si trovano a Jammu.
I principali partiti chiedono il ripristino dello status quo speciale dell’ex Stato di Jammu e Kashmir. Il Parlamento indiano ha revocato il 5 agosto 2019 l’articolo 370 della Costituzione indiana, revocando l’autonomia di Jammu e Kashmir e modificando il suo status quo di Stato in due territori sindacali, Jammu e Kashmir a ovest e Ladakh a est. Il BJP ha promesso di porre fine all’identità del Jammu e Kashmir, con l’introduzione di nuove leggi sulla terra e la divisione in due parti dell’ex Stato in territori sindacali.
Per ora di queste elezioni si sono svolte tre fasi in cui due acerrimi rivali della regione: la NC (National Conference) e il PDP (Peoples Democratic Party), si sono riuniti per la prima volta come parte della PAGD (People’s Alliance for Gupkar Declaration), un’alleanza composta da 6 partiti per contestare le elezioni. Oltre al NC e al PDP, fanno parte del PAGD la JKPC (Jammu and Kashmir People’s Conference), il CPI (Communist Party of India), la JKNAP (Jammu Kashmir National Awami Party) e l’INC (Indian National Congress).
La cosiddetta alleanza PAGD sta contestando il governo Modi a favore del ripristino dello status quo di Stato autonomo del Kashmir. Il governo nazionalista indù indiano ha invece declassato lo Stato del Kashmir dopo averlo privato della sua autonomia il 5 agosto 2019.

Narendra Modi.