KOSOVO. Proseguono proteste serbi a Nord contro accordo confini

TMNews, 6 dic 12 – 

Si è conclusa senza incidenti la seconda notte di protesta dei serbo kosovari a Jarinje, uno dei punti confine tra Serbia e Kosovo settentrionale, rimasto fedele a Belgrado, che dal dieci dicembre sarà co-gestito dai due Paesi, come concordato dai rispettivi premier, Ivica Dacic e Hashim Thaci, nel loro recente incontro a Bruxelles. Da allora i serbo kosovari bloccano i lavori di costruzione dei nuovi valichi, contestando l’intesa per la Gestione integrata dei confini (Ibm), che ritengono un consolidamento dell’autorità di Pristina nei “loro” territori. Secondo quanto riferisce l’agenzia Tanjug, a Jarinje sono dispiegate truppe Usa della missione Nato, Kfor. L’accordo chiuso tra Dacic e Thaci a Bruxelles, alla presenza dell’Alto rappresentante Ue, Catherine Ashton, prevede il presidio congiunto di agenti serbi e kosovari, coordinati dalla missione Ue, Eulex, di quattro varchi territoriali tra Serbia e Kosovo, due dei quali a partire da lunedì prossimo e gli altri entro fine anno. I serbi del Nord chiedono, però, a Belgrado “garanzie scritte” circa l’esenzione dei dazi doganali per le merci serbe loro indirizzate e il mantenimento di altre prerogative rispetto all’autorità di Pristina che rifiutano di riconoscere. A tale proposito, il presidente della Repubblica serbo, Tomislav Nikolic, incontrerà nel pomeriggio a Belgrado i sindaci delle quattro municipalità serbe del Nord del Kosovo.La protesta dei serbo kosovari al valico di Jarinje “proseguirà per tutta la durata dell’incontro (tra i sindaci e il presidente Nikolic) e finché non otterremo le garanzie scritte che chiediamo”, ha detto Krstimir Pantic, sindaco di Mitrovica Nord, la principale città serbo-kosovara, citato dall’emittente B92. I serbi del Nord “sono stati ingannati troppe volte in passato” ha motivato il loro rappresentante, Pantic, pur esprimendo “fiducia” nel premier di Belgrado. Proprio Dacic, di ritorno ieri da Bruxelles, ha convocato una riunione notturna con il presidente della Repubblica e le altre maggiori cariche dello Stato per illustrare gli accordi chiusi con Pristina. “C’è pieno accordo sulla politica da adottare in Kosovo” ha indicato Dacic dopo l’incontro, ribadendo che l’applicazione dell’accordo Ibm “non trasformerà i varchi amministrativi in frontiere” tra Serbia e Kosovo. Belgrado, da parte sua, deve conciliare le istanze dei serbo-kosovari con quella di proseguire il proprio cammino europeo, fermo, da marzo scorso, allo status di Paese candidato all’adesione. Per fissare la data di inizio dei negoziati di adesione, infatti, Bruxelles chiede in cambio alla Serbia “tangibili progressi” delle relazioni con il Kosovo.